In occasione del 95º anniversario della nascita di Raymond Cauchetier, la James Hyman gallery di Londra dedica un’ampia mostra a uno dei più grandi fotografi di scena del cinema francese degli anni sessanta.

Era il 1959 quando Cauchetier fu chiamato da Jean-Luc Godard per lavorare sul set del film Fino all’ultimo respiro. “Il potere di Raymond Cauchetier non dipende solo dai personaggi celebri che ha ritratto, o dai registi di successo con cui ha lavorato, ma dal fatto che, prima di chiunque altro, ha saputo catturare l’animo di quella che sarebbe poi stata conosciuta come nouvelle vague. Dei film in cui ha lavorato non ne ha ritratto solo le scene più famose fa, come la passeggiata di Jean Seberg e Jean-Paul Belmondo lungo gli Champs Elysées o Seberg con la sua maglietta del New York Herald Tribune, ma anche attimi più intimi e spontanei colti nel dietro le quinte. A differenza di altri fotografi che hanno lavorato nel cinema, il cui scopo era quello di creare immagini per finalità promozionali, Cauchetier si comporta come un fotogiornalista, arrivando a comunicare le peculiarità del cinema di Godard e a documentarne i metodi, anche quelli meno ortodossi”, spiega il critico cinematografico Marc Vernet.

Oggi Cauchetier vive ancora nell’appartamento di Parigi dove è nato, nel 1920. Si è avvicinato alla fotografia per lo più come autodidatta e all’inizio sembrava non avere molte possibilità di lavorare in quel mondo. A 18 anni per esempio vinse un concorso fotografico ma sua madre non gli fece accettare il premio perché erano troppo poveri per pagare lo sviluppo delle pellicole. E più tardi, quando Henri Cartier-Bresson gli propose di far parte della Magnum, Cauchetier rifiutò di comprare la macchina fotografica Leica richiesta perché non voleva lasciare la sua Rolleiflex e perse l’occasione di entrare nell’agenzia.

La mostra Raymond Cauchetier’s new wave, che durerà fino al 14 agosto 2015, ospita alcune immagini inedite tratte dall’archivio del fotografo e scattate sui set di Fino all’ultimo respiro (1959), La donna è donna (1961), Jules e Jim (1961) e Buccia di banana (1963) e alcune immagini realizzate nei suoi viaggi in Asia.

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