In Italia esistono vari gruppi che cercano di provare l’esistenza di fenomeni soprannaturali attraverso la raccolta di prove scientifiche, come il Ghost hunters team (Ght): visitano di notte edifici abbandonati e cimiteri in cerca di presenze spiritiche, portando con sé attrezzature elettroniche con cui credono di poter localizzare l’energia dei fantasmi.

La fotografa Barbara Leolini (1988) ha documentato senza preconcetti il lavoro e le storie di alcuni di questi italiani.

Nel suo primo viaggio per realizzare il progetto Echoes (2015), si ritrova all’interno di una casa che si dice sia infestata dai fantasmi, non lontano da Milano. Qui partecipa a una seduta spiritica durante la quale una sedia si sposta da sola. Da quel momento la fotografa diventa meno scettica sul paranormale.

Per raccontare esperienze così particolari, Leolini ha intervistato una decina di persone che hanno avuto esperienze paranormali o affermano di essere in contatto con l’al di là e ha visitato i luoghi, nel nord d’Italia, che secondo le leggende sono infestati. Echoes combina così ritratti, paesaggi e astrazioni realizzati in analogico con le pellicole Revolog, che danno alle foto degli effetti speciali artigianali.

Alla fine di questo strano viaggio, Leolini è rimasta colpita soprattutto dalla passione e dalla dedizione di queste persone. Giungendo alla conclusione che il ghost hunting non è così diverso dal bird watching: l’obiettivo non è catturare, ma trovare prove dell’esistenza degli oggetti interessanti, che siano uccelli o fantasmi.

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