Colin Jones era un ballerino della Royal ballet school, ma nel 1962 ha mollato tutto per fare il fotografo e ha cominciato raccontando il mondo della danza. “I ballerini vogliono sembrare sempre perfetti, mentre a me piaceva ritrarli quando non se l’aspettavano, cogliendone il fascino, ma soprattutto anche il duro lavoro che c’è dietro quella bellezza”, ha spiegato Jones.
Nato a Londra nel 1936, Jones ha raccontato il suo paese lavorando soprattutto per giornali come l’Observer e il Sunday Times. Le sue immagini offrono ancora oggi una ricca documentazione degli anni del dopoguerra, tra le difficoltà sociali e la lotta quotidiana per la sopravvivenza.
Uno dei suoi lavori più celebri è quello realizzato nel quartiere londinese di Islington, e commissionato dal Sunday Times Magazine nel 1973. Il suo compito era quello di raccontare una struttura che ospitava una comunità di adolescenti neri e gli offriva programmi di istruzione, aiuto per trovare lavoro e sostegno psicologico contro gli episodi di emarginazione e discriminazione.
Jones si chiese quale parte di storia voleva conoscere, e scelse quei giovani per farsi raccontare le loro storie. Le immagini che ha scattato sono vicine ai soggetti, empatiche e lontane dagli stereotipi del tempo. Furono esposte per la prima volta nel 1977 nella mostra intitolata The black house, alla Photographers’ gallery di Londra.
Le stesse foto fanno parte di una grande retrospettiva dedicata a Jones presentata alla Michael Hoppen gallery di Londra fino al 3 giugno 2016.
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