Quarant’anni fa il parco Lambro di Milano fu per l’ultima volta il palcoscenico del Festival del proletariato giovanile, una manifestazione culturale promossa da Re Nudo, una rivista che negli anni settanta incarnava il fermento della cultura underground.

Il festival nacque nel 1971 a Ballabio, vicino a Lecco. Dal 1974 al 1976 si spostò in uno dei più grandi parchi di Milano, trasformandosi in un raduno capace di attirare migliaia di giovani, tutti diversi tra loro, ma uniti dallo spirito della contestazione. Alle varie edizioni parteciparono grandi nomi del rock e del cantautorato italiano: Area, Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Edoardo Bennato, Eugenio Finardi, Antonello Venditti, Giorgio Gaber e Franco Battiato.

Il festival rappresentò una riappropriazione dello spazio pubblico per dare vita a un happening pacifico, in cui la rivolta si esprimeva con la danza. Gli anni settanta rappresentarono però anche un declino della cultura idealista degli hippy, che sarebbe stata presto sostituita, in particolare in Italia, dal terrorismo e dall’instabilità politica. L’ultima edizione si svolse dal 26 al 30 giugno 1976 e parteciparono 400mila persone, ma lo spirito originario del festival si sgretolò a causa della tensione politica e di gravi episodi di ordine pubblico.

Il fotografo Dino Fracchia (1950) aveva già documentato i primi anni del festival, ma vista la crescita della manifestazione aveva deciso di tornare tra la folla di parco Lambro. Delle ultime edizioni del festival rimangono 13 rullini, per un totale di 250 immagini, che la fondazione Forma per la fotografia ha deciso di ospitare negli spazi di Forma Meravigli, a Milano. Durante la mostra (aperta fino all’8 settembre), sarà proiettato anche il documentario di Alberto Grifi Il festival del proletariato giovanile al parco Lambro (1976), nella sua versione integrale di quattro ore.

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