La nuova vita del profugo fatto cadere alla frontiera ungherese
Osama Abdul Mohsen è un profugo siriano fuggito dalla città di Deir el Zor.
L’8 settembre 2015, mentre Mohsen cercava di fuggire dal centro di identificazione di Röszke, al confine tra Serbia e Ungheria, con in braccio suo figlio Zaid, Petra László, un’operatrice televisiva ungherese gli tirò un calcio che lo fece cadere a terra insieme a suo figlio. Quelle immagini fecero il giro del mondo, e la donna fu subito licenziata.
Mohsen adesso vive in Spagna insieme a Zaid, che ha 8 anni, e a Mohammed, un altro dei suoi figli. Dopo aver visto le immagini dello sgambetto, la Cenafe, la scuola di calcio di Getafe, una cittadina a sud di Madrid, ha deciso di aiutare l’uomo e la sua famiglia a ottenere il permesso di soggiorno e una casa. Mohsen, che in Siria faceva l’allenatore di calcio in una squadra di serie A, adesso lavora come impiegato alla Cenafe e a volte partecipa agli allenamenti della squadra. La moglie di Mohsen è ancora in Siria, a Mersin, insieme agli altri due figli, in attesa di ricevere il permesso di soggiorno. Secondo le quote stabilite dalla Commissione europea, il governo spagnolo ha il dovere di accogliere 9.323 richiedenti asilo, ma alla fine del 2015 ne erano arrivati solo 18.