Bowery è una strada di Manhattan che delimita i quartieri di Chinatown, Little Italy e il Lower East side. Oggi è una zona gentrificata, che ha fatto spazio a negozi di lusso e condomini da ricchi. Ma tra gli anni quaranta e cinquanta rappresentava il lato oscuro della città, con hotel sgangherati da quattro soldi e locali notturni frequentati da poveri, outsider e borghesi in cerca di avventure.
Bowery era anche la casa di Arthur Fellig, che con lo pseudonimo di Weegee (1899-1968) ha fatto entrare le scene del crimine nella storia della fotografia.
Weegee non si occupava solo di cronaca nera: raccontava la sua città, New York, anche nei suoi aspetti più gioiosi. In quegli anni ha scattato più di trecento foto a Bowery, immagini che rappresentano una celebrazione del quartiere e dello spirito vitale che lo possedeva. “La cosa bella delle sue foto è che non giudicano o sfruttano la reputazione di Bowery. Ne viene fuori solo tanta umanità”, afferma Christopher George, curatore dell’International center of photography di New York (in cui è custodito l’intero archivio del fotografo) e della mostra Weegee’s Bowery, allestita nella galleria Mana contemporary di Jersey City, aperta fino al 5 agosto 2016.
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