L’Angkor photo festival & workshop è il più longevo evento fotografico del sudest asiatico. Giunto quest’anno alla 12ª edizione, negli anni si è affermato come una preziosa piattaforma internazionale per i fotografi già affermati e gli emergenti, concentrandosi in particolare sui talenti asiatici.
Dal 2014 l’Impact project è una sezione del festival in cui sono presentati quei progetti fotografici che raccontano le storie di individui, gruppi e organizzazioni impegnati in problematiche sociali e ambientali. Tra gli autori scelti quest’anno ci sono anche due italiani: Alice Sassu e Alessandro Rampazzo.
Alice Sassu (1979) è una fotogiornalista sarda che nel 2015 è andata a vivere a Calcutta per sviluppare due storie per l’agenzia TransTerra Media. La prima, Kolkata girls: ready for boxing, documenta la vita di quattro ragazze musulmane che si allenano in una scuola di pugilato e cercano di realizzare i loro sogni nonostante la povertà; l’unica cosa su cui possono contare è il loro spirito combattivo. La seconda, Being kothi, racconta attraverso l’impegno dell’attivista Raina la discriminazione subita da ragazzi e uomini che non si riconoscono nel loro genere e scelgono di vivere come donne.
Alessandro Rampazzo (1986) lavora in Italia per l’agenzia Luzphoto. Into the woods segue la vita quotidiana di due richiedenti asilo, scappati dall’Iraq, che nel settembre del 2015 arrivano a Velkua, un piccolo villaggio finlandese, grazie a un progetto di accoglienza realizzato da un gruppo di abitanti.
Oltre all’Impact project, il programma prevede altri eventi, come le retrospettiva su Shoji Ueda e la sezione We alter nature, in cui 15 fotoreporter affrontano il degrado ambientale causato dall’attività umana. Il festival si svolgerà a Siem Reap, in Cambogia, dal 3 al 10 dicembre 2016.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it