Probabilmente l’immagine più famosa di René Burri è quella che ha scattato da un tetto di São Paulo, in Brasile, nel 1960. “Sono salito fino a lassù per curiosità, a quel tempo non c’erano le guardie a controllare gli edifici. Sono uscito sulla terrazza e all’improvviso sono usciti quegli uomini. Di quella scena ho scattato cinque immagini”, ha spiegato Burri all’editore Phaidon in un’intervista del 2012.
Un’altra foto di Burri molto conosciuta è il ritratto a Che Guevara realizzato per la rivista statunitense Look, nel 1963, in cui il rivoluzionario cubano è appoggiato a una finestra con lo sguardo che va oltre il viso del fotografo.”Era come una tigre in gabbia”, raccontò Burri di quella sessione fotografica durata circa tre ore in cui “ballavo intorno a Guevara”.
E poi, quello scattato a Pablo Picasso, una delle sue ossessioni. “Non mi interessava fare la foto, mi interessava la persona”. Gli ci sono voluti quattro anni per prendere appuntamento con l’artista spagnolo: “Quel giorno era a tavola con altre dodici persone, come nell’ultima cena”. Il risultato finale è il ritratto di Picasso in un contesto intimo e domestico: senza maglietta, al tavolo della cucina, con la sigaretta tra le dita.
René Burri (1933-2014) era entrato a far parte dell’agenzia Magnum nel 1959. Per Magnum seguì i maggiori eventi internazionali: i conflitti nel Medio Oriente, in Iraq e in Iran, e poi in Corea e in Giappone. Lavorò per giornali internazionali che lo fecero viaggiare in tutto il mondo, ma in alcuni casi scegliendo di fermarsi più a lungo per “andare oltre la superficie”.
Oltre cento immagini dell’artista svizzero sono in mostra alla Casa dei Tre Oci a Venezia fino all’8 gennaio 2017. L’esposizione Utopia presenta i famosi ritratti ad architetti come Le Corbusier e Oscar Niemeyer e le foto legate a importanti eventi storici del dopoguerra come la caduta del muro di Berlino o le proteste di piazza Tiananmen a Pechino, nel 1989.
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