Il Ghana è stato il primo paese subsahariano a ottenere l’indipendenza (dal Regno Unito nel 1957), ma la colonizzazione europea ha lasciato in eredità un forte radicamento del cristianesimo. All’inizio prevalentemente cattolico, si è sovrapposto alla precedente religione animista: oggi più del 70 percento dei 26 milioni di abitanti del paese è di religione cristiana.
La vivacità del cristianesimo in Ghana è evidente dal numero di cartelloni lungo le strade che pubblicizzano incontri religiosi e chiese, e non di rado si incontrano persone che studiano la Bibbia in luoghi pubblici, sugli autobus o in ufficio.
Asamoah-Gyadu, un’autorità cristiana del paese, sostiene che “già a partire dalla metà del ventesimo secolo, alcuni studiosi avevano predetto che l’Africa sarebbe diventata il focolaio del cristianesimo” e aggiunge: “Quello che sta succedendo nella mente dei cristiani africani plasmerà la storia della chiesa per molti anni a venire”.
Il cristianesimo è stato portato nella regione dalla chiesa cattolica e da quella protestante tradizionale, ma con il tempo si sono moltiplicate le chiese neoprotestanti o pentecostali, con culti più entusiasti e legati a una fede nei miracoli. Gli incontri in chiesa sono caratterizzati da un atteggiamento carismatico da parte dei pastori e dei fedeli. Un modo di abbracciare la fede in sintonia con le modalità tradizionali ghaneane.
Il 41 per cento dei 560 milioni di protestanti del mondo vive in Africa. Entro il 2050 Il numero potrebbe aumentare raggiungendo il 53 per cento, stima l’International Bulletin of Mission Research in un articolo pubblicato quest’anno.
Le foto sono state scattate da Francis Kokoroko dell’agenzia Reuters tra il 2016 e il 2017.
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