“Punk, anarchici valprediani eravamo LA CUBA, un gruppo di attrattori impazziti, un avamposto Cyberpunk nell’interzona della Palermo anni ’80 spazzata dal vento dell’eroina statale di Villa Siringa e del Liceo Artistico puzza di piedi. Disegnatori di altri mondi, di sordide buttane e di mostri malinconici. Stavamo accovacciati sul ponte non terminato di via Belgio, una rampa che si fermava al suo culmine in un groviglio di tondini d’acciaio, verso ciò che restava degli agrumeti della Palermo felicissima, con i piedi-anfibi penzoloni, a passarci le canne di erba di Partinico e meditare di fanzine indipendenti e di fighe spaziali, sotto di noi Aranceti Meccanici a perdita d’occhio”. Così il pittore Francesco Grandi introduce Palermo 1984–1986, early works, il nuovo libro della casa editrice indipendente Yard Press, costruito intorno alle foto di Fabio Sgroi.
Nel 1984 Sgroi ha 19 anni e si avvicina alla fotografia da autodidatta. Comincia a scattare foto del suo mondo, dei suoi amici, legati come lui al punk e all’underground palermitano. Dopo i volumi dedicati a Genova e Napoli, Yard Press continua a scegliere immagini e testi che, grazie a un approccio personale, sono in grado di raccontare senza finzioni e luoghi comuni le sottoculture giovanili nell’Italia degli anni ottanta.
L’uscita del volume è prevista per il 6 giugno, anticipata il 1 giugno da un incontro alla Haus der Kunst – Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo.
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