Nei primi anni sessanta, il Liberty theater è stato il primo cinema di Chattanooga, nel Tennessee, dove i neri potessero entrare. Per l’artista statunitense Rosalind Fox Solomon (1930) la storia di questa sala è lo spunto per il suo ultimo libro fotografico, Liberty theater.
Il volume, edito da Mack, mette insieme le foto scattate da Solomon nel sud degli Stati Uniti tra gli anni settanta e novanta. Il progetto ha avuto inizio davanti al tribunale di Scottsboro, in Alabama, un luogo simbolo del razzismo negli Stati Uniti perché lì negli anni trenta sette adolescenti afroamericani furono accusati ingiustamente di stupro e puniti con sentenze durissime. Successivamente il prato davanti al tribunale ha ospitato un mercato delle pulci mensile in cui si incontravano gli abitanti della città, senza distinzione di razza o classe sociale, tutti attratti dagli oggetti esposti sui banchi: bamboline cinesi, moschetti, parrucche o distintivi del Klu klux klan.
Solomon ha continuato il suo viaggio attraversando la Georgia, la Florida, la Louisiana, il Mississippi e il Tennessee per documentare in maniera chiara e diretta come la razza, le classi sociali e la segregazione abbiano plasmato la vita di queste comunità. “Ho realizzato queste foto perché mi interessava ritrarre sia la bellezza sia la tristezza intorno a me”, racconta l’artista. Le immagini di Liberty theater colpiscono per l’acuto simbolismo e perché ci mostrano una società basata sulle divisioni, dove la libertà diventa un concetto malleabile.
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