Il lavoro di Leo Goldstein sul quartiere di East Harlem di New York è rimasto sconosciuto per più di settant’anni. Per la prima volta, nel 2019, queste foto sono state raccolte in un libro intitolato East Harlem: the postwar years (Power House Books), curato da Régina Monfort.

Nato nel 1901 a Chișinău, nella storica regione di Bessarabia (l’attuale Moldova), a cinque anni Goldstein fuggì insieme alla sua famiglia a causa dei pogrom contro gli ebrei in Russia e si trasferì a New York. Era il quarto di tredici figli. Autodidatta, artista e scultore, nel 1949 entrò a far parte della Photo league, un’associazione di fotografi nata negli anni della grande depressione.

Rivolse da subito il suo sguardo al quartiere dove cui abitava. A East Harlem in quegli anni viveva soprattutto la comunità di immigrati portoricani, arrivati dopo la fine della seconda guerra mondiale.

“Erano al centro di critiche e pregiudizi anche a causa dei racconti fatti dai giornali scandalistici e da varie produzioni hollywoodiane. Tuttavia, c’erano anche persone che riconoscevano la resilienza e la positività in questi quartieri, come fotografi e attivisti, tra cui Goldstein”, spiega il giornalista Juan González nella prefazione del libro. “Le immagini di Goldstein sono una finestra sulla situazione economica, sociale, culturale e politica negli Stati Uniti di quegli anni”.

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