John Divola è un artista visivo statunitense che usa la fotografia per esplorare i confini tra astratto e reale nella rappresentazione del paesaggio.

Negli anni ottanta ha realizzato delle immagini in cui confluiscono alcune delle sue ossessioni: i colori innaturali, le forme geometriche e la natura. La casa editrice Skinnerboox ha appena pubblicato questa serie nel libro Chroma, in cui Divola si concentra su tutto ciò che non si può fotografare, come il magnetismo, la gravità e, come dice lui stesso, “le cose che vedo quando premo con le mani sugli occhi”.

Per Chroma Divola si è servito di Cibachrome, un procedimento di stampa rimasto in uso fino al 1989, che restituisce dei colori densi, brillanti, ricchi di saturazione e contrasto. “Queste immagini avevano bisogno della costruzione di una metafora visiva”, racconta Divola in un’intervista rilasciata al critico David Campany, inclusa nel libro. Per delle fotografie convenzionali il Cibachrome dava dei risultati troppo artificiali e imperfetti, ma in queste mancanze l’artista ha visto le potenzialità per dare forma alle sue visioni.

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