In queste ultime settimane di luglio inaugurano tre festival di fotografia in altrettante regioni italiane: Marche, Sicilia e Calabria.
Il più longevo dei tre è il Ragusa foto festival, nato nel 2012 e ispirato dalla storia culturale del Mediterraneo, che in passato ha rappresentato un crocevia tra oriente e occidente. Con la direzione della giornalista e ricercatrice Stefania Paxhia e di Steve Bisson, editore, docente e curatore, la rassegna s’interroga sulle possibilità del dialogo e della conciliazione come occasione per comprendere meglio le sfide del nostro tempo. Dal 21 luglio al 28 agosto saranno esposti ventinove progetti in diversi luoghi storici della città. Tra questi: Arctic zero di Paolo Verzone, che racconta come viene vissuta la crisi climatica dagli abitanti del circolo polare artico; The day the birds stopped singing del fotografo olandese Rick van der Klooster, che rappresenta le sensazioni che si provano crescendo in un mondo alla deriva; Romanzo meticcio di Davide Degano, vincitore del premio New post photography al Mia fair e sull’impatto dell’eredità coloniale nella società italiana contemporanea.
Per la seconda edizione il Festival del reportage continua a prediligere un formato asciutto, condensato in quattro giorni. Dal 28 al 31 luglio, il chiostro del Museo dell’arte ceramica di Ascoli Piceno ospiterà fotoreporter, videomaker e autore di radiodocumentari che racconteranno dal vivo i loro lavori. L’idea nasce dal fotografo Ignacio Maria Coccia per sottrarre il reportage, nelle sue forme audiovisive, alla velocità dell’informazione attuale che a volte toglie la possibilità di approfondimento. I fotografi invitati quest’anno sono Nikos Economopoulus che porta in rassegna alcuni dei suoi scatti più famosi tra Balcani, Turchia e Grecia; Francesca Leonardi con il progetto a lungo termine O’post mio, che segue la vita di una donna a Castel Volturno; Massimo Berruti e la sua esperienza nella guerra in Ucraina; Francesco Anselmi che ha documentato la crisi migratoria tra Messico e Stati Uniti.
Infine un debutto, quello del Fiumefreddo photo festival a Fiumefreddo Bruzio, sulla costa in provincia di Cosenza. Gli organizzatori hanno concepito l’evento come un festival diffuso, all’aperto, coinvolgendo completamente il borgo calabrese nelle mostre, negli incontri e nei workshop che si svolgeranno dal 29 luglio al 10 settembre. Per questa prima edizione i curatori hanno prestato particolare attenzione alle questioni ambientali, come in Secret Sarayaku, il lavoro di Misha Vallejo sulla connessione del popolo kichwa con il loro territorio, la foresta amazzonica in Ecuador. C’è anche Marco Zorzanello con Tourism in the climate change era che racconta con ironia il turismo di massa in alcuni dei luoghi più colpiti dalla crisi climatica. In TiàWùK, infine, Gabriele Cecconi narra di un pianeta, non troppo lontano dalla Terra, che riflette le estreme conseguenze del sistema capitalista e dei danni che gli esseri umani hanno causato all’ambiente.
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