Il 29 marzo sono stati annunciati i vincitori regionali della 66ª edizione del World press photo, il più importante premio fotogiornalistico del mondo.

I 24 vincitori e le sei menzioni d’onore sono stati scelti tra più di 60mila lavori fotografici e video, realizzati da 3.752 partecipanti provenienti da 127 paesi.

Dal 2022 le categorie dei premi sono diventate quattro: foto singole, storie, progetti a lungo termine e open format, dedicata a documentari brevi e altre opere visive. Oltre alla giuria globale, dalla scorsa edizione sono state create delle giurie continentali, ognuna delle quali esamina i lavori della propria area geografica: Africa, Asia, Europa, America del nord e centrale, America del sud, Sudest asiatico e Oceania.

Il presidente della giuria globale quest’anno è il photo editor del New York Times e il cofondatore di Diversify Photo, Brent Lewis. “Cercavo immagini che mi afferrassero senza lasciarmi andare. E tra le foto che abbiamo scelto ci sono scatti in cui ho pensato ‘potrei essere io’”, ha detto Lewis. “E poi la selezione rappresenta quello che sta succedendo nel mondo. Ci sono storie sul conflitto in Ucraina, il primo anno dell’Afghanistan sotto il dominio dei taliban, la crisi climatica e la perdita dei diritti delle donne dagli Stati Uniti all’Iran”.

I vincitori della foto dell’anno, della storia, del progetto al lungo termine e dell’open format dell’anno saranno annunciati il 20 aprile 2023 e le loro immagini faranno parte di una mostra che si aprirà il 22 aprile alla Nieuwe Kerk di Amsterdam, nei Paesi Bassi, e sarà poi esposta in più di cinquanta paesi.

Aggiornamento del 20 aprile 2023 con i vincitori delle quattro categorie:

Foto dell’anno
Il premio è stato assegnato a Evgeniy Maloletka (Associated Press) per una foto scattata a Mariupol, in Ucraina, con cui è riuscito “a catturare perfettamente la sofferenza umana causata dall’invasione russa dell’Ucraina in un’unica immagine”, ha spiegato la giuria.

Storia dell’anno
Mads Nissen (Politiken/Panos Pictures) ha vinto questa categoria con una serie scattata in Afghanistan dopo il ritorno dei taliban.

Progetto a lungo termine
Anush Babajanyan (VII Agency/National Geographic Society) è stata premiata per il suo lavoro che mette in luce una storia poco conosciuta realizzata in Asia centrale sull’impatto della crisi climatica.

Open format
Mohamed Mahdy ha vinto la categoria dedicata ai progetti video e multimediali con un lavoro dedicato agli abitanti della zona di Al Max, ad Alessandria d’Egitto, che difendono il loro villaggio di pescatori minacciato dall’inquinamento.

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