Un libro formato paperback, con dodici racconti composti da istantanee fotografiche e testi realizzati in giro per l’Italia dal 2007 al 2022. Questa è la forma con cui si presenta The heart is a sandwich, l’ultimo lavoro del fotografo e curatore statunitense Jason Fulford.
Il progetto è nato da una serie di scatti realizzati in diverse località italiane che però, dopo più di dieci anni, non sapeva come usare. Poi è arrivato l’inconscio a dargli una mano: “A un certo punto ho fatto un sogno, ero in aereo, e ho capito che dovevano fare parte di un libro di racconti brevi”.
La narrazione di Fulford non ha niente a che fare con la linearità, è più vicina al romanzo Istantanee di Alain Robbe-Grillet. Gli incontri, i luoghi e gli altri artisti con cui entra in contatto nella realtà con il fotografo Guido Guidi, o nella teoria con l’architetto Aldo Rossi, compongono un puzzle estraneo a ogni logica perché è fatto di intuizioni e suggestioni che Fulford espone per lasciarci una moltitudine di interpretazioni.
È in questa stratificazione che almeno troviamo un senso nel titolo del libro. “Il cuore è un panino”, fa ridere certo, e il senso dell’umorismo non manca in queste pagine, ma soprattutto ci permette di capire meglio la sua logica interna, per quanto il risultato immediato tenda all’astratto. Fulford fa interagire immagini e parole all’interno dello stesso racconto, ritornando sulla stessa frase e aggiungendo pezzi, inquadrando lo stesso soggetto da più punti di vista, oppure senza operare una cesura netta quando si passa al capitolo successivo. Ogni elemento ha sempre bisogno dell’altro che lo precede o lo segue, non può reggersi in piedi da solo. Dietro l’apparenza di un omaggio all’Italia, The heart is a sandwich è in realtà un’ode all’editing, all’intuizione e alla capacità di mettere in sequenza come qualità imprescindibili del processo creativo.
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