Una persona in costume da astronauta va in giro a San Francisco per promuovere una startup che produce visori per la realtà virtuale. Una ragazzina abbraccia il nonno su una barca lungo il fiume Beech Fork, in Kentucky. Sono due immagini prese da due lavori diametralmente opposti, ma che raccontano gli Stati Uniti di questi ultimi anni.
Laura Morton, fotografa del Maryland, vive a San Francisco. Nel 2014 ha cominciato il progetto Wild west tech per documentare il boom economico nella città californiana dovuto alla crescita dell’industria tecnologica della Silicon valley: dai primi social network e dalle prime app per smartphone fino ai progetti sull’intelligenza artificiale di oggi. Morton va alle fiere, agli hackathon (maratone per programmatori e sviluppatori), segue studenti universitari e stagisti, partecipa agli eventi e alle feste esclusive organizzate dalle startup. E racconta vite alimentate dalla competizione e immerse in una bolla che crea mode, sogni e visioni del futuro. Morton ci lascia guardare da vicino questi nuovi cercatori d’oro perennemente connessi, ossessionati dal lavoro e dal successo.
Con lo stesso interesse per gli aspetti sociali degli Stati Uniti, Bob Miller ci porta altrove rispetto a Laura Morton. In un bianco e nero sgranato, a volte sfocato, il fotografo e regista racconta la storia di Zoey, undici anni, e di suo nonno Jackie “Jackrabbit” Allen. Entrambi vivono nella loro fattoria a Loretto, un centro rurale del Kentucky. La madre di Zoey faceva uso di droghe e il padre era in carcere. Jackie e sua moglie l’hanno presa con loro e insieme ad altri nipoti lavorano nel settore agricolo. The last generation. Zoey’s dream racconta l’amore per la terra di piccole aziende familiari che rischiano di scomparire con l’avanzata dell’agricoltura industriale. Miller sa che Zoey e i suoi cugini sono gli eredi di qualcosa che sta morendo e vuole mostrarci una generazione che deve ripensare le sue aspirazioni. L’idea del fotografo è di andare avanti con questo progetto e raggiungere altre comunità che stanno attraversando la stessa crisi.
I lavori di Miller e Morton sono esposti a Lodi, al Festival della fotografia etica, fino al 29 ottobre. Oltre ai loro, la rassegna ospita quelli di fotoreporter internazionali come Evgeniy Maloletka, vincitore del World press photo 2023 con il racconto dell’assedio della città ucraina di Mariupol.
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