Nigeria. Secondo nuovi dati raccolti dalla commissione elettorale indipendente in 33 stati su 36 il generale Muhammadu Buhari è in vantaggio con più di 14 milioni di voti rispetto agli 11 milioni del presidente uscente Goodluck Jonathan. Dallo scrutinio manca la zona del delta del Niger, dove Jonathan potrebbe avere la maggioranza.
Svizzera. Proseguono a Losanna i colloqui tra i ministri degli esteri dei paesi del gruppo 5+1 con quello dell’Iran Mohammad Javad Zarif nell’ultimo giorno utile per raggiungere un accordo sul nucleare di Teheran. La scadenza per il raggiungimento di un accordo è prevista per oggi a mezzanotte.
Yemen. Almeno ventisei persone sono morte per gli scontri a fuoco nel quartiere di Khor Maksar, vicino all’aeroporto di Aden, dove i miliziani houthi combattono contro le forze fedeli al presidente Abd Rabbu Mansur Hadi. I ribelli houthi stanno cercando di conquistare Aden, la principale città del sud del paese.
Stati Uniti. In un articolo pubblicato sul Wall Street Journal il governatore dell’Indiana ha difeso la legge sulla libertà religiosa approvata il 26 marzo, che ha sollevo un’ondata di protesta in tutto il paese perché favorirebbe la discriminazione contro gli omosessuali. Secondo Mike Pence, la legge è stata “male interpretata in modo approssimativo”.
Malesia. La polizia ha arrestato tre giornalisti e due direttori di un gruppo editoriale con accuse di sommossa. Tra gli arrestati Ho Kay Tat, direttore e amministratore delegato del gruppo The Edge Media e il direttore esecutivo del portale di notizie The Malaysian Insider.
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