Grecia. La Grecia e i creditori internazionali troveranno un accordo entro 48 ore dopo il referendum di domenica, qualunque sia il risultato. Lo ha dichiarato ieri sera il premier greco Alexis Tsipras in un’intervista trasmessa dall’emittente privata Ant1. Intanto ad Atene sono previste due manifestazioni contrapposte, una per il sì e l’altra per il no. Il Fondo monetario internazionale ha dichiarato in un nuovo rapporto che la Grecia ha bisogno di finanziamenti straordinari di quasi 52 miliardi di euro per i prossimi tre anni per evitare il default.
Nigeria. Più di 150 persone sono state uccise da militanti presumibilmente affiliati al gruppo islamista Boko Haram in una serie di attacchi nello stato nordorientale del Borno. Novantasette persone sono state uccise mercoledì nel villaggio di Kukawa, nei pressi del lago Ciad. Il giorno prima, in due villaggi nei pressi della città di Monguno, altri 48 uomini sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco mentre uscivano dalla moschea al termine della preghiera.
Siria. I ribelli siriani hanno cominciato un’offensiva per il controllo delle aree settentrionali di Aleppo. L’esercito siriano ha risposto al fuoco e lanciato raid aerei contro le postazioni dei ribelli. Il bilancio provvisorio è di quattro morti tra i civili e settanta feriti. Lo rivela l’Osservatorio siriano per i diritti umani.
Cina. Un terremoto di magnitudo 6,1 ha colpito la regione autonoma dello Xinjiang, nella Cina occidentale. Secondo quanto riferisce Reuters, al momento il bilancio delle vittime è di tre morti e almeno 20 feriti. La scossa è avvenuta questa mattina intorno alle 9 locali, con epicentro nella contea di Pishan, 160 chilometri a nordovest dalla città di Hotan, un’area dove risiedono più di 200mila persone.
Migranti. I ministri dell’interno dei paesi membri dell’Associazione delle nazioni del sudest asiatico (Asean) hanno trovato un accordo per l’istituzione di un fondo a sostegno di migranti e rifugiati, in gran parte di etnia rohingya e bangladesi. Saranno raccolte donazioni dai paesi membri e dal resto della comunità internazionale. Al centro del vertice di ieri a Kuala Lumpur, in Malesia, la situazione della minoranza etnica dei rohingya, non riconosciuta dal governo birmano, e il contrasto al traffico di esseri umani.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it