Aggiornamenti dall’Italia e dal mondo, commenti, numeri, foto e video.
Il punto sul coronavirus in Italia
Il 28 aprile, alle ore 18, la protezione civile ha presentato il bollettino sulla diffusione del nuovo coronavirus (Sars-cov-2) in Italia.
I dati diffusi dalla protezione civile, anche se utili, vanno letti con cautela. A volte mancano quelli di una o più regioni, e soprattutto non sono omogenei, cioè i criteri con cui sono raccolti non sono gli stessi in tutte le regioni.
Secondo la relazione riservata messa a punto dal Comitato tecnico-scientifico per il governo in vista della fase 2, nel caso di riapertura totale del paese il sistema sanitario avrebbe dovuto prevedere 151mila posti in terapia intensiva entro la fine di giugno (430mila entro la fine dell’anno).
Il ministro dell’economia Roberto Gualtieri, in audizione per il documento di economia e finanza (Def), ha annunciato il rinnovo e potenziamento dell’indennità per il lavoro autonomo, ricevuta da 3,5 milioni di persone. Gualtieri ha aggiunto che per favorire la ripresa dopo l’emergenza coronavirus saranno previsti sei miliardi all’anno di investimenti fino al 2031.
Le linee guida per i trasporti messe a punto dalla ministra Paola De Micheli, che saranno allegate al dpcm sulla fase 2, prevedono l’obbligo d’indossare la mascherina sui mezzi pubblici. Per mantenere la distanza interpersonale di almeno un metro, le vetture avranno un numero massimo di posti e dei segni sui sedili da non usare. Sono previsti anche incentivi per la mobilità sostenibile, in particolare biciclette e monopattini.
Domenico Arcuri, commissario del governo per l’emergenza coronavirus, ha annunciato che l’app Immuni per tracciare gli spostamenti nella fase 2 sarà operativa da maggio.
Le foto degli affiliati alle gang ammassati nelle carceri in Salvador
Il governo salvadoregno ha diffuso su Twitter alcune foto in cui si vedono centinaia di persone seminude e sedute una accanto all’altra. Sono gli affiliati alle gang salvadoregne che si trovano in carcere. Il governo dice che, per rispondere all’aumento di omicidi nel paese, ha deciso di ridistribuire i detenuti in modo che gli affiliati di una stessa gang non si trovino in cella insieme e siano mescolati a quelli delle altre gang. In questo modo, sostiene il presidente, si eviterà che dal carcere vengano ordinati nuovi omicidi.
Las pandillas no van a detener el trabajo que estamos realizando por cuidar la vida de los salvadore%C3%B1os. Vamos a ir tras estos grupos criminales. %3Ca href=%22https://t.co/nVIGhIITMw%22%3Epic.twitter.com/nVIGhIITMw%3C/a%3E
— Casa Presidencial (@PresidenciaSV) ?
El alt%C3%ADsimo n%C3%BAmero de homicidios durante muchos a%C3%B1os nos coloc%C3%B3 como uno de los pa%C3%ADses m%C3%A1s peligrosos del mundo. No vamos a permitir que esto vuelva a suceder. %3Ca href=%22https://twitter.com/hashtag/PlanControlTerritorial?src=hash&ref_src=twsrc%255Etfw%22%3E#PlanControlTerritorial%3C/a%3E %3Ca href=%22https://t.co/E8U4YeUwsJ%22%3Epic.twitter.com/E8U4YeUwsJ%3C/a%3E
— Casa Presidencial (@PresidenciaSV) ?
Dalle foto si capisce che nelle carceri salvadoregne non si rispettano le misure di distanziamento per evitare i contagi di Sars-cov-2, che nel resto del paese sono in vigore da fine marzo.
Le organizzazioni per i diritti umani hanno criticato questa misura e altre messe a punto dal presidente Nayib Bukele, come la decisione di autorizzare la polizia a usare la “forza letale” per ridurre la violenza. E hanno spiegato che questi provvedimenti potrebbero avere l’effetto opposto, cioè quello di far aumentare la violenza nelle prigioni e nel paese.
Durante la reuni%C3%B3n de esta madrugada con el Gabinete de Seguridad, el Presidente %3Ca href=%22https://twitter.com/nayibbukele?ref_src=twsrc%255Etfw%22%3E@nayibbukele%3C/a%3E ha coordinado las estrategias de acci%C3%B3n con las agencias de inteligencia del Estado para ir por las personas que est%C3%A1n detr%C3%A1s de la alza en los homicidios. %3Ca href=%22https://t.co/iJc2CsQJ5d%22%3Epic.twitter.com/iJc2CsQJ5d%3C/a%3E
— Casa Presidencial (@PresidenciaSV) ?
Il piano del governo francese per l’uscita dall’isolamento
Il 28 aprile il primo ministro francese Édouard Philippe ha presentato in parlamento il piano del suo governo per allentare progressivamente le misure d’isolamento imposte il 16 marzo per fermare la diffusione del nuovo coronavirus. Philippe ha citato uno studio secondo cui queste misure hanno permesso di salvare 70mila vite, ma ha aggiunto che un blocco prolungato potrebbe portare l’economia francese al collasso.
Per evitare che la riapertura provochi una ripresa dei contagi, Philippe ha annunciato che saranno effettuati 700mila testa alla settimana. A chi è entrato in contatto con persone risultate positive sarà chiesto di restare in isolamento volontario per 14 giorni.
Come era stato anticipato dal presidente Emmanuel Macron, le scuole materne ed elementari saranno riaperte a partire dall’11 maggio. La riapertura delle scuole medie è invece stata rimandata al 18 maggio, mentre le superiori dovranno attendere almeno fino a giugno. I bambini dovrebbero essere suddivisi in gruppi non più grandi di dieci individui.
A partire dall’11 maggio dovrebbero essere inoltre autorizzati a riaprire tutti gli esercizi commerciali, con l’eccezione dei ristoranti e dei bar che resteranno chiusi fino al 18 maggio.
Sarà possibile spostarsi senza restrizioni in un raggio di cento chilometri, mentre oltre questa distanza i viaggi saranno autorizzati solo per necessità comprovata.
L’attività fisica individuale all’aperto, finora limitata al raggio di un chilometro, sarà possibile senza restrizioni, ma i parchi e i giardini saranno riaperti solo nei dipartimenti a basso rischio e le spiagge saranno inaccessibili fino al 1 giugno.
Philippe ha annunciato che una nuova fase di allentamento delle misure potrebbe cominciare il 2 giugno, ma ha anche avvertito che se l’andamento dell’epidemia non mostrerà sufficienti miglioramenti le limitazioni attuali saranno prorogate oltre l’11 maggio.
In Francia finora l’epidemia ha fatto 23.293 vittime accertate. Il 27 aprile i decessi sono tornati a crescere dopo diversi giorni di calo.
Al termine del dibattito parlamentare, il piano del governo sarà messo ai voti. I partiti di opposizione avevano chiesto almeno 24 ore per esaminare le misure nel dettaglio, ma la richiesta è stata rifiutata, provocando aspre polemiche.
L’abbronzatura nell’estate 2020
Spoiler, verano 2020. Vi%C3%B1eta para %3Ca href=%22https://twitter.com/20m?ref_src=twsrc%255Etfw%22%3E@20m%3C/a%3E %3Ca href=%22https://t.co/QY7opFs9CR%22%3Ehttps://t.co/QY7opFs9CR%3C/a%3E %3Ca href=%22https://t.co/KIQUhsNit1%22%3Epic.twitter.com/KIQUhsNit1%3C/a%3E
— Malagón. ✏ (@malagonhumor) ?
Estate 2020, la vignetta di Malagón.
In Germania i contagi tornano a crescere
In Germania il parametro R0, che definisce il numero medio di infezioni secondarie prodotte da ciascun individuo infetto, è tornato a salire. Negli ultimi giorni ha raggiunto la soglia di 1, il valore sopra il quale, secondo gli scienziati, l’epidemia è più difficile da controllare. Due settimane fa in Germania il valore era di 0,7.
Sulla base di questi dati l’istituto Robert Koch, responsabile del controllo e della prevenzione delle malattie infettive in Germania, ha chiesto ai tedeschi di rimanere in casa il più possibile.
Questi nuovi dati arrivano circa una settimana dopo che la Germania ha allentato le misure di contenimento contro il virus, permettendo ai rivenditori con una superficie di almeno 800 metri quadrati di riaprire l’attività, e anche ai concessionari, ai negozi di biciclette e alle librerie.
In Camerun le lezioni si fanno su WhatsApp
“In Africa, dove la possibilità per tutti di ricevere un’istruzione è più recente e meno consolidata rispetto ad altre parti del mondo, la chiusura delle scuole per il nuovo coronavirus fa più paura che altrove. Molti studenti rischiano di non tornarci più”, scrive Le Monde, che stima in 600 milioni il numero di bambini e ragazzi africani rimasti a casa da scuola.
Il Camerun è, dopo il Sudafrica, il secondo paese più colpito dal virus nell’Africa subsahariana, con 1.705 casi confermati e 58 morti (dati del 28 aprile). Dal 17 marzo il governo ha adottato misure restrittive, tra cui la chiusura delle scuole. Insegnanti e ragazzi hanno dovuto quindi sperimentare nuove forme di apprendimento.
“Baba Wame insegna giornalismo digitale alla scuola superiore di scienze e tecniche dell’informazione e comunicazione di Yaoundé”, racconta il quotidiano francese in un breve reportage dal Camerun. Dopo l’annuncio della chiusura dell’istituto, il docente ha pensato al modo più pratico con cui portare avanti le lezioni, e si è chiesto qual è lo strumento digitale a disposizione di tutti i suoi studenti e quale applicazione per scaricare messaggi è la più conosciuta e facilmente scaricabile. “La risposta era evidente: il telefonino e WhatsApp”. Così ha creato un gruppo per ogni anno di corso e inviato ai ragazzi un pdf da studiare. Tre giorni dopo era prevista un’interrogazione via chat.
Ogni mattina il professore apre le lezioni con una citazione su saggezza e ricchezza, che gli studenti sono invitati a commentare per un quarto d’ora circa. “Così vedo chi è assente e chi è presente”, spiega.
La soluzione sembra funzionare, ma ci sono due incognite: non è dato sapere con certezza chi risponde alle domande e non si sa quanti ragazzi continueranno a seguire le lezioni. Un mese dopo la chiusura delle scuole la metà degli iscritti non frequenta più i corsi. Forse, ipotizza l’insegnante, per i costi della connessione internet e per l’impossibilità di dedicare ore allo studio.
I grandi festival di cinema organizzano un evento su YouTube
Il futuro a breve termine dei festival di cinema è online, scrive Le Monde. Venti manifestazioni cinematografiche di primo piano, tra cui Cannes, Venezia, Berlino e Toronto, ma anche altri festival in giro per il mondo, da Gerusalemme a Sydney, parteciperanno a un evento virtuale che offrirà una selezione di film gratis su YouTube.
L’evento è stato presentato il 27 aprile dalla Tribeca Enterprises, la società organizzatrice del Tribeca film festival di New York, e da YouTube. Il We are one: global film festival si svolgerà dal 29 maggio al 7 giugno, e comprenderà lungometraggi, corti, documentari, musica e incontri virtuali. Alcuni titoli saranno inediti, altri sono già stati presentati nei concorsi degli anni passati. Una parte dei proventi sarà devoluta all’Organizzazione mondiale della sanità.
Il primo grande festival della stagione a saltare è stato quello di Cannes, inizialmente previsto per il 12 maggio, poi rimandato a fine giugno e infine rinviato nuovamente nell’attesa, come hanno fatto sapere gli organizzatori, di trovare “altre forme”. Come quella digitale.
Tribeca is excited to announce that we have joined %3Ca href=%22https://twitter.com/hashtag/WeAreOne?src=hash&ref_src=twsrc%255Etfw%22%3E#WeAreOne%3C/a%3E: A Global Film Festival%5C! Starting May29, the 10-day digital festival on %3Ca href=%22https://twitter.com/YouTube?ref_src=twsrc%255Etfw%22%3E@YouTube%3C/a%3E features programming for free from the world%E2%80%99s most talented artists, storytellers, and curators. %3Ca href=%22https://t.co/4I2uoodt0j%22%3Epic.twitter.com/4I2uoodt0j%3C/a%3E
— Tribeca (@Tribeca) ?
Nel mondo è tornato il tempo delle proteste
A Hong Kong, in Libano, in Francia, riprendono movimenti e manifestazioni come nel 2019. Che ora potrebbero collegarsi a una rivolta per la perdita di milioni di posti di lavoro causata dalla pandemia. L’opinione di Pierre Haski.
Dopo diverse settimane in cui il virus sembrava aver anestetizzato le proteste in tutto il mondo, è tornato il tempo delle manifestazioni. Il 2019 era stato l’anno dei grandi movimenti di rivolta, dal Cile a Hong Kong passando per l’Algeria e il Libano.
Prove di voto a distanza negli Stati Uniti
Si può organizzare un’elezione durante o subito dopo una pandemia? In che modo? Il voto a distanza può essere una soluzione fattibile? È ancora presto per rispondere a queste domande, ma oggi dagli Stati Uniti – dove il 3 novembre si voterà per le elezioni presidenziali – potrebbe arrivare qualche indicazione interessante.
Il 28 aprile in Ohio si vota per le primarie del Partito democratico. L’esito del voto non è importante – sappiamo già da settimane che sarà Joe Biden a sfidare Donald Trump – ma molti commentatori stanno osservando la situazione con attenzione.
“Si tratta della prima votazione condotta quasi interamente per posta”, spiega la Reuters. “In teoria si doveva votare il 17 marzo, poi all’ultimo minuto il governatore aveva rinviato il voto per i timori legati all’emergenza covid”.
I primi segnali non sono incoraggianti. Le autorità statali non sono state in grado di gestire l’enorme richiesta di moduli per votare a distanza. Gli uffici elettorali statali infatti avrebbero dovuto spedire le schede elettorali a tutte le persone che ne avevano fatto richiesta entro il 25 aprile. Secondo i dati pubblicati, almeno 37mila schede sono state spedite il 25 aprile, ma in molti casi non sono arrivate in tempo perché gli elettori potessero mandarle indietro entro il 27 aprile, la data ultima per esprimere il voto. Questo intoppo tecnico potrebbe avere ricadute politiche gravi, privando migliaia di persone del diritto di voto.
Secondo alcuni commentatori, anche altri stati potrebbero avere problemi simili a gestire una votazione per posta se si votasse in questo modo a novembre. Un’eventualità non remota, considerato che molti esperti mettono in guardia da una possibile seconda ondata di contagi in autunno.
“Per superare queste difficoltà il paese deve trasformare in fretta la sua macchina elettorale”. Una missione che si preannuncia complicata, anche perché sul voto a distanza sono già emerse spaccature politiche tra i partiti. I democratici spingono per il voto a distanza, mentre il presidente Donald Trump si oppone a questa soluzione, convinto che favorirebbe il candidato del Partito democratico.
Sovraffollate e vecchie: le carceri di tutto il mondo fanno i conti con il virus
Dall’inizio della pandemia molti paesi hanno dovuto fare i conti con sistemi penitenziari che già prima della diffusione del nuovo coronavirus avevano mostrato tutti i loro limiti. Istituti sovraffollati, in molto casi vecchi e spesso carenti dal punto di vista sanitario, si sono ritrovati a dover gestire una crisi di tipo planetario e in molti casi stanno facendo fatica a contenere il contagio. Il New York Times ha provato a capire cosa sta succedendo tra i detenuti e cosa stanno facendo i governi per rispondere all’emergenza.
A marzo in tredici penitenziari colombiani sono scoppiate delle rivolte che hanno causato la morte di 23 persone. Come in altri paesi, compresa l’Italia, le proteste sono nate per un’insieme di motivi: dalla paura per il contagio in luoghi per loro natura sovraffollati e chiusi, alle ulteriori restrizioni imposte ai detenuti, alle condizioni di invivibilità di molti istituti. Il 24 aprile i carcerati di Villa Devoto a Buenos Aires, in Argentina, sono saliti sul tetto, hanno bruciato dei materassi e mostrato uno striscione con scritto: “Ci rifiutiamo di morire in prigione”.
“La facilità con cui il virus si è diffuso dietro le sbarre è diventata evidente a febbraio”, scrive il New York Times, “quando 555 detenuti sono risultati positivi nelle carceri delle province dello Hubei, dello Shandong e del Zhejiang, in Cina”. I casi si sono moltiplicati in tutto il mondo. Negli Stati Uniti – dove una ricerca ha documentato che il 96 per cento di circa 3.300 detenuti trovati positivi al virus era asintomatico – il sito Marshall Project ha denunciato il rischio che si corre nelle prigioni locali, dove ogni giorno migliaia di persone transitano (senza controlli sanitari) in attesa di un processo; a New York si sono registrati centinaia di contagi tra chi è detenuto nel complesso di Rikers Island; e anche negli istituti minorili sono decine le ragazze e i ragazzi risultati positivi.
Per limitare i contagi e i morti, molti paesi hanno deciso di applicare a migliaia di persone le pene alternative alla detenzione. L’Iran da un lato ha represso chi manifestava in cella per le condizioni delle prigioni, dall’altra ha liberato 85mila detenuti. In Turchia il parlamento ha approvato una legge che permette il rilascio temporaneo di 45mila persone. L’Indonesia ne ha liberate 30mila. La Francia diecimila. Anche in Italia – dove secondo i dati del ministero della giustizia i contagiati tra chi sta scontando una pena sono 94 – sono state previste delle misure per diminuire il sovraffollamento nelle prigioni, ma dall’inizio dell’epidemia a oggi hanno potuto accedervi seimila persone. Negli Stati Uniti, scrive il New York Times, sono migliaia.
“In molti paesi, le carceri sono sovraffollate”, ha dichiarato Michelle Bachelet, alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, “trascurarle avrebbe conseguenze catastrofiche”.
Scelte dalla redazione di Good Morning Italia
Riaperture europee (con juicio)
Gli stati europei, ma non solo, si stanno indirizzando verso un graduale allentamento del lockdown. Ciò nonostante l’Oms avverte: “La pandemia è ancora lontana dall’essere sconfitta. Bisogna continuare a individuare, isolare, testare e curare per assicurarsi che il calo dei contati prosegua”. A preoccupare l’Organizzazione mondiale della sanità è, ad esempio, il trend di crescita dei casi in Africa e nei paesi in via di sviluppo. Non solo, l’Oms ha lanciato l’allarme anche sul fatto che, a causa della pandemia, le campagne di vaccinazione per altre malattie come morbillo, colera, meningite, stanno subendo dei ritardi. Un problema che riguarda circa 13 milioni di persone in tutto il mondo (Nyt).
La ricetta francese… Oggi il premier francese Édouard Philippe presenterà all’Assemblea nazionale il piano per il graduale superamento delle restrizioni a partire dall’11 maggio (Le Figaro). Secondo le anticipazioni si tratterà di un piano in 17 punti alcuni dei quali, come la riapertura delle scuole, molto discussi. Intanto è stata permessa la vendita di mascherine in tutte le farmacie del paese (Le Monde).
…e quella spagnola Anche la Spagna prepara un allentamento del lockdown che sarà annunciato oggi (Reuters). Si studia la possibilità di uscite scaglionate in diverse fasce orarie della giornata (El Mundo).
Primi passi La Germania procede nella direzione di una parziale riapertura, rendendo obbligatorio l’uso delle mascherine sui mezzi pubblici e nei negozi (Bbc).
Nessun arretramento Alla prima apparizione pubblica dopo il ricovero, il premier britannico Boris Johnson ha frenato sull’ipotesi di ammorbidire le misure di lockdown, dicendo che il paese ora sta attraversando il periodo di massimo rischio (Bbc). Nell’ultimo giorno sono state 360 le vittime per un totale che supera le 21mila.
Contagio americano
Il numero di persone infettate dal virus in tutto il mondo ha superato i 3 milioni con oltre 210mila morti (Dw). Negli Usa i casi hanno oltrepassato le 980mila unità, mentre i decessi sono oltre 56mila (Nbc News). Secondo un’analisi del Washington Post, però, si tratterebbe di una stima al ribasso.
In ordine sparso Gli stati americani si stanno organizzando per le riaperture delle attività: tra questi anche Georgia (Ap) e Texas (Nyt). Donald Trump se l’è presa con le città e gli stati governati dai democratici che continuano a chiedere aiuti federali per fronteggiare la crisi (Reuters).
Nessun voto Lo stato di New York ha deciso di cancellare le primarie democratiche che si sarebbero dovute tenere il prossimo 23 giugno (Politico).
A volte ritornano Dopo appena due giorni di sospensione sono riprese le conferenze stampa del presidente Trump che ha illustrato il piano dell’amministrazione per aumentare i test all’interno degli stati (Usa Today). Durante la conferenza il presidente americano è tornato ad attaccare la Cina accusando il governo di Pechino di non aver fermato il virus prima che il contagio si allargasse al resto del mondo. La Casa Bianca, ha spiegato, sta conducendo “serie indagini” su ciò che è accaduto (Reuters).
Virus fermato La Nuova Zelanda è pronta a rimuovere le restrizioni dopo che la premier Jacinda Ardern ha annunciato che il contagio nel paese si è arrestato (The Independent).
Ripartenza prudente
Nella sua prima visita in Lombardia dall’inizio dell’emergenza, il premier Giuseppe Conte ha spiegato che al momento non ci sono le condizioni per un ritorno alla normalità nel paese, e ha ribadito che la Fase 2 non equivale a un “liberi tutti”, ma bensì a un periodo di convivenza con il virus (La Stampa). Il Corriere rivela che a frenare il governo sulle riaperture è stata anche una relazione riservata del comitato tecnico-scientifico.
Prime delucidazioni L’esecutivo ha specificato che tra i congiunti che si potranno andare a visitare a partire dal 4 maggio rientrano anche i rispettivi coniugi, i partner e le persone a cui si è legati da una relazione affettiva stabile (Sole 24 Ore). Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli ha chiarito che anche con il nuovo decreto viene vietato lo spostamento verso le seconde case (Repubblica).
Fughe in avanti Il governatore del Veneto Luca Zaia ha però annunciato il via libera verso le altre abitazioni all’interno della regione. La Lombardia sta ragionando su come riaprire le chiese per permettere le funzioni religiose in sicurezza (Il Messaggero).
Tutti contro tutti Ma non ci sono solo le accelerazioni delle regioni. Il premier Conte deve fare i conti con le proteste di chi, anche all’interno della maggioranza, contesta le misure introdotte dal nuovo dpcm. Anzitutto il mondo cattolico che chiede di consentire la celebrazione delle messe. Secondo Repubblica è possibile che il governo le autorizzi a partire dal 10 maggio. Protestano pure i commercianti e piccoli esercenti che vorrebbero riaprire il prima possibile per non essere costretti a chiudere le attività (HuffPost).
Fuoco amico? Secondo Matteo Renzi con l’ennesimo dpcm il governo “calpesta la costituzione”: “Non si incide sulla vita delle persone a forza di dpcm. Voglio avere la possibilità di modificarlo, anche insieme al Pd” (Repubblica). Per il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, la data del 1 giugno per riaprire le attività “è una data molto lontana. Gli aiuti arrivino presto nelle tasche degli italiani” (Corriere). Ma Conte non sembra disponibile a cambiare strategia e, intervistato dalla Stampa, replica: “Non sono pentito, rischiamo il contagio esponenziale. Il mio dovere non è inseguire il sentimento dell’opinione pubblica”.
Ferita aperta Altro argomento di scontro, fuori e dentro la maggioranza, è quello della scuola. Intervenendo in un programma di Rai Cultura il presidente della repubblica Sergio Mattarella ha detto che la chiusura della scuola rappresenta una ferita per tutti (Il Fatto Quotidiano). Il premier ha annunciato che il governo sta lavorando a un piano per l’infanzia che offra sia sostegno economico alle famiglie sia affronti il tema delle vacanze estive per bambini e adolescenti.
Parla Colao Sull’organizzazione della Fase 2 è intervenuto, con una nota, anche il capo della task force governativa Vittorio Colao. “Ripartire con decisione ma in sicurezza - ha spiegato - è adesso la priorità di tutti gli italiani”. E ha rilanciato la necessità di una “rapida adozione” di una app nazionale per il tracing (La Stampa).
Stime infauste L’Istat ha tratteggiato diversi scenari per il periodo post coronavirus: in quello peggiore si stimano oltre 120mila morti e una riduzione dell’aspettativa di vita di 17 mesi (La Stampa).
Tempi dilatati? Stando a quanto riporta l’Adnkronos, il decreto economico di aprile potrebbe non essere presentato nel consiglio dei ministri in programma giovedì e slittare perciò a maggio. Intanto Banca d’Italia lancia l’allarme sulla liquidità delle imprese (Repubblica).
Aiuti in vista La Commissione europea ha comunicato che l’Italia è il primo paese ad aver fatto richiesta di sostegno al Fondo di solidarietà dell’Ue (Agi).
Numeri incoraggianti Il nuovo bollettino della Protezione civile ha segnalato una diminuzione di 290 unità nel numero delle persone attualmente positive, ora a quota 105.813. In un solo giorno si è registrato un aumento di 1.739 casi, il dato più basso dal 10 marzo. I guariti salgono a 66.624, in aumento di 1.696. I morti sono stati 333, per un totale di 26.977. Sono tornate sotto la soglia delle 2.000 le persone ricoverate in terapia intensiva (RaiNews24).
Attorno al tavolo Il coronavirus potrebbe spingere le banche centrali a mettere da parte il focus sull’inflazione (Cnbc).
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