Il punto alle 18
In Russia continuano gli arresti di chi si oppone alla guerra
Dal 24 febbraio sono 6.613 le persone arrestate in Russia durante le proteste contro la guerra in Ucraina, riporta Ovd-info. Ecco cosa succede a San Pietroburgo, il 1 marzo 2022, dal sito di Bumaga.
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— «Бумага» (@paperpaper_ru) ?
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Profughi di serie B
L’Unione africana ha condannato il 28 febbraio gli episodi di razzismo subiti da alcuni cittadini africani alle frontiere ucraine, dove gli sarebbe stato impedito di passare insieme agli altri profughi.
“Le immagini sono scioccanti, le testimonianze rivoltanti”, scrive il quotidiano burkinabé Aujourd’hui au Faso, che parla di “segregazione vergognosa”: “Molti africani che fuggono dai combattimenti in Ucraina vengono maltrattati o gli viene impedito di salire sugli autobus e i treni riservati ai civili che vogliono uscire dal paese”. Tra i racconti che circolano sui mezzi d’informazione c’è quello di Ngubu, studente nigeriano a Kiev, che dice al sito Sahara Reporters di essere stato spinto giù da un treno diretto in Polonia e di aver ricevuto un pannolino sporco in faccia.
In Nigeria decine di genitori dei circa quattromila studenti bloccati nel paese in guerra hanno protestato davanti all’ambasciata russa ad Abuja. In risposta, il governo nigeriano ha organizzato dei voli verso i paesi confinanti con l’Ucraina per rimpatriare i propri cittadini, scrive The Punch.
Anche in Libano sono scoppiate proteste contro il governo di Beirut, accusato di aver abbandonato a loro stessi migliaia di libanesi, scrive L’Orient-Le Jour.
Meno di una decina di paesi africani ha un’ambasciata o un consolato in Ucraina, fa notare Jeune Afrique, cosa che rende ancora più difficile i rimpatri dal punto di vista logistico. Prima dello scoppio della guerra poco meno di ventimila studenti africani – in gran parte originari di Marocco, Egitto, Nigeria e Ghana – studiavano nel paese esteuropeo, attirati dalle rette universitarie basse, dal costo della vita abbordabile e dalla relativa sicurezza. Che oggi non c’è più: il 26 febbraio uno studente algerino di 25 anni è morto a Charkiv, colpito da un proiettile vagante, riporta Middle East Eye. Era in Ucraina per studiare ingegneria aerospaziale. L’Algeria, che gode di buoni rapporti con la Russia, non aveva invitato i suoi cittadini a lasciare il paese.
Il giornale russo Novaja Gazeta costretto ad accettare i comunicati ufficiali in tempo di guerra
Tenendo presente la massima di Eschilo, “in guerra la verità è la prima vittima”, il giornale russo Novaja Gazeta – per il quale lavorava anche Anna Politkovskaja, la giornalista russa uccisa il 7 ottobre 2006 che aveva denunciato le atrocità della guerra in Cecenia e le complicità della Russia – continua la sua battaglia per un’informazione libera. Ecco cosa recita l’account Telegram del giornale:
“Sul lavoro in tempo di guerra. La posizione dei redattori di Novaja e dei loro sostenitori. L’ufficio del procuratore generale e Roskomnadzor [l’agenzia federale russa per i mezzi di comunicazione] chiedono che Novaja Gazeta e altri mezzi d’informazione indipendenti rimuovano i materiali in cui le operazioni militari sul territorio dell’Ucraina sono chiamate guerra, aggressione o invasione. Altrimenti ci saranno multe gigantesche (che ci stanno già arrivando) e la prospettiva di finire in liquidazione. Abbiamo discusso di questa situazione in redazione, individuato due possibili approcci e chiesto ai nostri collaboratori di votarne uno. Ecco come hanno votato 4.460 persone:
• continuare a lavorare sotto censura militare, rispettando i requisiti delle autorità: 93,9 per cento;
• sospendere i lavori della redazione fino alla fine della guerra: 6,1 per cento.
🔹Pertanto, continuiamo a fare giornalismo onesto insieme a voi. Grazie per il vostro supporto e la fiducia in questo momento!”.
L’Italia cerca il gas algerino
“Nel quinto giorno dell’operazione militare lanciata dalla Russia in Ucraina, il ministro degli affari esteri italiano è andato ad Algeri”, scrive il sito Tout sur l’Algérie.
L’obiettivo principale della visita, avvenuta il 28 febbraio, era convincere l’Algeria a fornire ulteriori quantità di gas per ovviare a una possibile mancanza nelle consegne russe. Luigi Di Maio era accompagnato, tra gli altri funzionari italiani, da un alto dirigente del gruppo Eni.
Pur indicando che il suo paese sta cercando di aumentare le sue importazioni di gas da diversi partner, il ministro italiano ha sottolineato il ruolo dell’Algeria come fornitore affidabile di energia.
L’Algeria è collegata all’Italia e alla Spagna, i suoi due principali clienti europei, attraverso dei gasdotti. Già prima dell’inizio dell’operazione militare russa, era stato citato come alternativa al gas russo in caso di interruzione dei rifornimenti.
L’Italia importa il 35 per cento del proprio fabbisogno di gas in Algeria e l’Europa l’11 per cento.
La richiesta dell’Ucraina di accelerare l’entrata nell’Ue commentata dai mezzi d’informazione europei
L’Ucraina ha chiesto di entrare nell’Unione europea grazie a una procedura speciale. Il 27 febbraio la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato durante un’intervista: “Hanno un posto tra noi, sono dei nostri e vogliamo averli nell’Unione”. È possibile un’adesione con procedura accelerata? È opportuna? I mezzi d’informazione europei dibattono la questione.
“È umanamente comprensibile, ma rischia di creare delle false aspettative”, commenta Stephan Ueberbach sul sito tedesco tagesschau.de, “dato che una decisione presa con procedura accelerata, come vorrebbe il presidente ucraino, non ci sarà. I paesi candidati all’adesione si avvicinano all’Ue poco alla volta, progressivamente. È una procedura che richiede anni, in modo che siano compiute le riforme e i cambiamenti richiesti dai valori e dalle leggi dell’Ue. Voler dare una speranza del genere ai coraggiosi ucraini che affrontano una terribile guerra è comprensibile sul piano umano. Ma poco saggio sul piano politico”.
Bart Eeckhout sul belga De Morgen echeggia posizioni simili in un articolo intitolato “Mantenere il sangue freddo”: “Se è importante dare il sostegno umano agli ucraini e ancora più importante mantenere il sangue freddo. Come si potrebbe in effetti accettare nell’Ue un paese in piena guerra? Ovviamente, in questa guerra orribile, in quanto europei dobbiamo essere al fianco dell’Ucraina. Ma evitando tuttavia di gettarci senza riflettere nella mischia militare. Le parole di Ursula von der Leyen devono essere intese principalmente come un sostegno politico e simbolico. Ma i leader dell’Ue dovrebbero mostrare più cautela. Poiché se faranno promesse che non potranno mantenere questo potrebbe causare delusione e ostilità”.
Tendere la mano agli ucraini, è invece l’appello di 16 personalità politiche, diplomatiche e scientifiche pubblicato da Le Monde il 24 febbraio e aggiornato il giorno dopo. “Dal 2014 l’Ucraina ha pagato cara la sua sete di libertà e la sua fede nell’ideale europeo. È per questo che adesso la Russia invade e bombarda il suo territorio colpendo civili, militari e infrastrutture. È per questo che la Crimea è stata annessa, che il Donbass è stato occupato. Malgrado gli attacchi, malgrado le minacce l’Ucraina vuole raggiungere l’Europa. Ci mostrano, se l’avessimo dimenticato cosa significa essere europei: condividere valori e una storia, ed essere liberi di scegliere il proprio destino. Ascoltiamo il loro appello e tendiamogli la mano”.
Dalla Bulgaria, paese che fa parte dell’Ue e della Nato, il giornalista Veselin Želev usa toni duri con l’Ue: “Bruxelles non merita Kiev”, scrive su Club Z: “L’Ucraina combatte il tentativo di Putin di creare una nuova Unione Sovietica. L’Ucraina dunque combatte per l’Europa, e mette in gioco le sue vite, mentre l’Europa fa solo calcoli, per esempio sul prezzo del gas. Se l’Ucraina sopravvive e continua a presentare la candidatura all’Ue, quelli preoccupati del prezzo del gas dovranno decidere se il paese soddisfa i criteri di Maastricht e di Copenhagen. Non so se l’Ucraina soddisferà questi criteri, ma so che oggi l’Europa non soddisfa i criteri degli ucraini”.
Volodymyr Zelenskyj parla al parlamento europeo
Durante la seduta del parlamento europeo dedicata alla situazione in Ucraina sono intervenuti la presidente della Commissione, Ursula von Der Leyen, e il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj.
Un bilancio pesante
L’ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha reso noto un bilancio delle vittime dal 24 febbraio, il giorno dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, fino alla mezzanotte del 28 febbraio. I civili uccisi sono 136, tra cui 13 bambini, e i feriti quattrocento, di cui 26 bambini. Ma la portavoce Liz Throssell durante una conferenza stampa ha detto che “il bilancio reale potrebbe essere molto più alto”.
%F0%9F%87%BA%F0%9F%87%A6%3Ca href=%22https://twitter.com/hashtag/Ukraine?src=hash&ref_src=twsrc%255Etfw%22%3E#Ukraine%3C/a%3E: Between 24 February morning and midnight last night, our Office has recorded 536 civilian casualties, incl. 136 civilians killed (13 children) and 400 civilians injured (26 children).%3Cbr%3E%3Cbr%3EHostilities must end now.%3Ca href=%22https://t.co/USdmDKc7hz%22%3Ehttps://t.co/USdmDKc7hz%3C/a%3E %3Ca href=%22https://t.co/KtPrOPLKmK%22%3Epic.twitter.com/KtPrOPLKmK%3C/a%3E
— UN Human Rights (@UNHumanRights) ?
L’invasione dell’Ucraina vista dai vignettisti di tutto il mondo
I giornali stranieri hanno pubblicato delle vignette sull’invasione russa dell’Ucraina, espressione delle diverse sensibilità di autrici e autori, scrive Voxeurop.
In fuga dai bombardamenti
Dopo giorni trascorsi in un rifugio antiaereo, una famiglia di Kiev è tornata a casa per fare colazione. E lì ha assistito a un attacco missilistico su un condominio vicino. Il video reportage del New York Times.
Putin non fermerà la sua guerra senza ottenere qualcosa in cambio
Gli occidentali vogliono far crescere il costo di questa guerra per Putin, ma questa logica classica potrebbe non funzionare con un uomo disposto a sbandierare l’arma nucleare per intimidire i suoi avversari, scrive Pierre Haski.
Il punto alle 10
Le truppe di Mosca hanno cominciato un nuovo assalto alla capitale Kiev. Alcune immagini satellitari scattate il 28 febbraio mostrano un convoglio militare russo a nordovest di Kiev che si estende per circa 60 chilometri.
La città di Kherson, nell’Ucraina meridionale, è “circondata” da soldati russi, secondo i resoconti di una giornalista ucraina, Alyona Panina, e del sindaco della città.
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