L’Ecuador non sa come affrontare l’epidemia

Guayaquil, 6 aprile 2020. Una bara abbandonata per strada. (Francisco Macías, Getty Images)

L’Ecuador è uno dei paesi latinoamericani più colpiti dal virus e il governo non sembra in grado di contenere i contagi. Guayaquil, la città più grande dell’Ecuador e capoluogo della provincia di Guayas, è la più colpita dal Sars-cov-2. Gli ospedali e le camere mortuarie sono piene e molte famiglie sono costrette a tenere in casa i corpi dei loro cari. Il 5 aprile il comune di Guayaquil ha cominciato a distribuire più di duemila bare di cartone per permettere di recuperare i cadaveri accumulati per strada e nelle strutture sanitarie, perché quelle di legno sono ormai introvabili.

Molte imprese funebri hanno smesso di lavorare per paura del contagio, senza fare distinzione tra chi è morto a causa del covid-19 e chi per altre patologie. Per portare via i corpi e dargli sepoltura il governo ha istituito una squadra speciale formata dalla polizia e dalle forze armate, e il presidente Lenín Moreno ha ordinato di rimuovere i cadaveri il più rapidamente possibile.

Sulla Folha de S. Paulo la giornalista Sylvia Colombo spiega che Guayaquil, motore economico del paese, “non è molto diversa dalle altre grandi città dell’America Latina: è popolosa, i livelli di disuguaglianza sono alti e più del 60 per cento della popolazione è impiegata nell’economia informale”. Questo significa che la maggioranza dei lavoratori non ha una protezione sociale ed è esposta al contagio. Sono tutti elementi che rischiano di rendere più pericolosi gli effetti del covid-19 nella regione.

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