Il 2 giugno Twitter ha cancellato un messaggio del presidente nigeriano Muhammadu Buhari perché minacciava di usare la violenza contro i gruppi separatisti del Biafra. Due giorni dopo il governo nigeriano ha annunciato – paradossalmente attraverso lo stesso social network – che avrebbe sospeso a tempo indeterminato le attività di Twitter, sollevando dubbi sulla “missione” dell’azienda statunitense in Nigeria. Molti nigeriani hanno criticato la messa al bando del social network, che nel paese ha 39 milioni di account e viene usato per discutere di questioni di rilevanza pubblica. L’hashtag #EndSars era servito a creare una mobilitazione contro le violenze della polizia. Il quotidiano Premium Times parla di “un rischio per la democrazia” e fa notare che ora Buhari è in compagnia di leader come l’ex presidente statunitense Donald Trump. The Conversation osserva che il divieto danneggerà il settore high-tech nigeriano, in forte espansione, che ora potrebbe faticare ad attirare investimenti dall’estero.
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Questo articolo è uscito sul numero 1413 di Internazionale, a pagina 20. Compra questo numero | Abbonati