La scuola cattolica
“Dopo quell’estate niente sarebbe stato lo stesso”, dice il protagonista Edo (Emanuele Maria Di Stefano), all’inizio della Scuola cattolica di Stefano Mordini, ricostruzione inquietantemente gradevole da vedere e stilisticamente raffinata degli eventi che condurranno al brutale delitto noto come “massacro del Circeo”. Un inizio curiosamente leggero per un film che si concluderà con una sequenza piuttosto lunga di torture e violenze sessuali e che mette in evidenza una fastidiosa contraddizione che Mordini non risolve mai tra l’atmosfera malinconica perfettamente ricreata di una storia di formazione (quello che il film è per lo più) e il sadismo horror diretto e macabro di un true crime (in cui il film improvvisamente si trasforma). I ragazzi che massacrano e violentano due malcapitate sono prodotti di un particolare ambiente sociale o sono semplicemente mostri che agiscono sulla base d’impulsi folli? Oscillando tra queste due visioni il film non è né carne né pesce. La scuola cattolica parla di un evento che ha sconvolto e forse cambiato per sempre la società italiana, ma stranamente lo fa disinteressandosi delle due persone la cui vita fu davvero colpita, ovvero le due vittime del massacro. Jessica Kiang, Variety
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Questo articolo è uscito sul numero 1430 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati