Nel 2011 i BadBadNotGood diventarono famosi dal giorno alla notte con i video virali in cui rifacevano canzoni degli Odd Future, un collettivo hip hop di Los Angeles. L’approccio distaccato e variegato conquistò i cuori e le menti non solo degli appassionati di jazz e hip hop, ma anche di quelli di musica alternativa. Il quinto album della band canadese arriva a cinque anni dal fortunato IV; nei due anni successivi i BadBadNotGood sono stati in tour e hanno collaborato con Kendrick Lamar. Inoltre il tastierista Matt Tavares, uno dei fondatori, se n’è andato. Questi cambiamenti hanno preparato un ritorno in studio pieno di ambizioni. Talk memory è un’opera grandiosa, dove la band allenta un po’ il controllo del ritmo – una conseguenza della loro passione per l’hip hop – e si abbandona a uno stile più libero, mostrando i virtuosismi di cui è capace. L’inclusione dell’arpista Brandee Younger nel pezzo che dà il titolo al lavoro evidenzia il legame con lo spiritual jazz, viste le collaborazioni del collettivo con Pharoah Sanders e Ravi Coltrane. Sono momenti che dimostrano quanto il gruppo si sia evoluto negli ultimi dieci anni. Talk memory proietta i BadBadNotGood in una nuova eccitante direzione.
Tom Morgan, PopMatters
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Questo articolo è uscito sul numero 1431 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati