Gli War on Drugs sono sempre stati più che altro il progetto solista del cantautore Adam Granduciel, che si chiudeva in studio e suonava tutti gli strumenti. Come ha detto nel 2014, “andavo fuori dai binari nella mia testa”. In I don’t live here anymore invece Granduciel sembra essere uscito dall’isolamento. Invece di rannicchiarsi in se stesso, stavolta ha registrato le demo dei brani insieme ai componenti della sua band, girando diversi studi insieme al collaboratore Shawn Everett, che dal 2017 produce i dischi insieme a lui. L’album porta il viaggio di Granduciel sempre più lontano dalle sue origini shoegaze e psichedeliche e lo avvicina ancora alle fonti d’ispirazione. Gli arpeggi che aprono il brano che dà il titolo al disco ricordano il successo degli anni ottanta Bette Davis eyes, mentre Harmonia’s dream e Wasted fanno pensare a Bruce Springsteen. Una volta Granduciel faceva musica per l’entroterra, oggi scrive inni per le grandi arene.
Ben Hewitt, Pitchfork
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Questo articolo è uscito sul numero 1433 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati