Gli artisti del Regno Unito che vogliono esibirsi in Spagna non saranno più costretti a richiedere un visto di lavoro a causa della Brexit. Il governo spagnolo il 14 novembre ha stabilito che i musicisti britannici e i loro collaboratori non avranno più bisogno di permessi per impegni di lavoro che durano meno di 90 giorni, una decisione arrivata dopo mesi di pressioni da entrambi i paesi. Richiedere il permesso era costoso e complesso. Per questo motivo la maggior parte degli stati dell’Unione europea nei mesi scorsi aveva firmato accordi bilaterali con il governo di Londra per aggirare il divieto, ma la Spagna, insieme alla Croazia e alla Bulgaria, era rimasta uno dei pochi a non averne uno. È una buona notizia non solo per il Regno Unito, ma per gli artisti e i lavoratori di tutti i paesi che non fanno parte dell’Unione, perché il provvedimento si applica a tutti i cittadini di paesi terzi che lavorano nel settore audiovisivo. Jamie Njoku-Goodwin, direttore dell’organizzazione Uk Music, ha dichiarato che si tratta di un primo passo nella giusta direzione, aggiungendo che però restano dei problemi: “La revoca delle restrizioni da parte del governo spagnolo è una mossa gradita. Ma è importante ricordare che ci sono ancora questioni sospese, in particolare il cabotaggio (il trasporto commerciale di merci e persone tra due zone all’interno del territorio di uno stato), che rendono impossibili molti tour”.
Léonie Chao-Fong, The Guardian
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1436 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati