Si è sempre tentati di accogliere i nuovi album degli Elbow con un po’ di indifferenza: eccoli, con la solita incantevole sincerità romantica, la commozione, la sperimentazione gentile e il pop espansivo. Ma sarebbe un errore pensare che i loro dischi sono tutti uguali. Se Giants of all sizes, uscito nel 2019, li aveva spinti ancora di più nelle realtà cupe del mondo moderno, Flying dream 1, registrato durante la pandemia al Theatre Royal di Brighton, li rimette in una bolla più dolce. Scorrono ricordi d’infanzia (nel brano che dà il titolo al disco e in Calm and happy), riflessioni sulla bellezza della vita (What am I without you, dove si sentono echi del disco The seldom seen kid) e dichiarazioni d’amore da adulti (The only road). Il lirismo di Guy Garvey, il leader della band di Manchester, è elevato dalla complessità della musica, dei clarinetti, dei cori e delle tastiere da chiesa che sussurrano attraverso gli spiragli di queste canzoni, provocando un bel fermento emotivo.
Victoria Segal, Mojo
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Questo articolo è uscito sul numero 1437 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati