◆ Sessantasei milioni di anni fa un asteroide del diametro di circa 14 chilometri si schiantò sulla Terra, colpendo la penisola messicana dello Yucatán, che all’epoca era sommersa. L’impatto fu catastrofico e causò tsunami, incendi e una nube di polvere e cenere che fece il giro del mondo, oscurando il Sole e raffreddando il clima. Le conseguenze dell’impatto portarono all’estinzione dei dinosauri e uccisero il 75 per cento degli animali.
La storia è stata ricostruita grazie a indizi trovati in tutto il mondo e al cratere dell’asteroide, largo 180 chilometri, situato vicino alla località costiera di Chicxulub, a nord di Mérida. Nel corso dei millenni il cratere, oggi in parte sulla terraferma, è stato ricoperto da uno spesso strato di calcare, ma alcune tracce sono ancora visibili in superficie. L’orlo è infatti segnato da un anello quasi perfetto di cenotes (doline), che in passato fornivano acqua dolce agli abitanti maya della penisola. A parte le doline, la regione è priva di bacini superficiali per le caratteristiche del terreno: l’acqua piovana filtra attraverso le rocce calcaree creando pozzi e grotte, oltre al fiume sotterraneo più lungo del mondo.
I sedimenti prodotti dall’erosione del calcare si riversano in mare, colorandolo di verde e azzurro. Quest’immagine, scattata dal satellite Terra della Nasa, mostra vortici di sedimenti lungo le coste occidentali e settentrionali dello Yucatán.–Sara E. Pratt (Nasa)
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Questo articolo è uscito sul numero 1442 di Internazionale, a pagina 99. Compra questo numero | Abbonati