Cefalù, agosto 2000
La falesia si è quasi rinchiusa,
il sole forma una baia, seguendo le luci.
Ogni gesto segnala una boa, ora:
fino ad essa, non oltre. Poi di nuovo fin qui.
Nuotare quasi immobile
nel mare aperto, se c’è pericolo.
Acque eccitanti, oltre confine;
non serve neanche l’onda, travolgo me stessa.
E ci sarà un dopo, il colore della notte
come il vino di mandorle, trasformato in sorsi freschi.
Dipinge la mia ombra nelle orme della sabbia:
pulizia di rive delineate dal fango.
E nemmeno qui riesco ad amarti bene.
Ho il piede freddo, gela la piscina fresca.
La falesia si è quasi rinchiusa
un cielo più terso perché possa dilatare il suo specchio.
Orsolya Karafiáth è una scrittrice, giornalista culturale e cantante nata a Budapest, in Ungheria, nel 1976. Ha pubblicato undici volumi tra raccolte di versi e romanzi. Questa poesia è uscita il 13 aprile 2001 sul settimanale letterario Élet és Irodalom. Traduzione dall’ungherese di Andrea Rényi.
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Questo articolo è uscito sul numero 1445 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati