Nel suo terzo album il quartetto di Brooklyn di origine colombiana Combo Chimbita si evolve sia musicalmente sia spiritualmente. La band esplora la crescita emotiva personale e la coscienza politica mentre approfondisce la sua miscela cosmica di jazz psichedelico, ritmi latini e sintetizzatori. Cantate interamente in spagnolo (come sempre del resto), le nuove canzoni si avvicinano all’autoaffermazione e all’accettazione di sé con lo stesso spirito rivoluzionario appassionato che hanno quando affrontano questioni come il colonialismo e il razzismo. Su un groove denso fatto di bassi potenti, il brano Memoria trova le armonie vocali della cantante Carolina Oliveros, impegnata in una chiamata alle armi. A metà del pezzo c’è un cambio di ritmo drammatico, che si aggiunge al senso di urgenza che ribolle per tutta la traccia. Tesi grovigli di chitarre avvolte nel delay cavalcano le poliritmie nella straordinaria Babalawo, mentre i sentimenti anticapitalisti animano Indiferencia. Fino a questo momento tutti i dischi dei Combo Chimbita erano una continua fusione di stili ed energie, ma Ire ha una spinta particolare verso la contaminazione. È il loro disco più ispirato.
Fred Thomas,
Allmusic
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Questo articolo è uscito sul numero 1446 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati