Il patrimonio immobiliare della Germania ha bisogno di un’urgente azione di risanamento, se il paese vuole rispettare i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica, scrive Der Spiegel. “Più della metà degli edifici tedeschi è stata costruita prima del 1977, cioè prima che entrassero in vigore le norme sull’efficienza energetica. Quasi un terzo dei quattro miliardi di metri quadrati occupati dalle abitazioni rientra nelle classi energetiche tra la d e la h. In particolare, gli edifici che rientrano nelle categorie più basse, la g e la h, sono responsabili della metà delle emissioni legate al settore immobiliare”. Il governo si è posto un obiettivo molto ambizioso, commenta il settimanale: da un lato finanziare l’ammodernamento degli edifici in modo che nel 2030 dimezzino le emissioni e nel 2045 le eliminino; dall’altro are in modo che l’enorme sforzo finanziario richiesto dal progetto (alcuni esperti prevedono una spesa di almeno 175 miliardi di euro) non pesi troppo sui proprietari e sugli inquilini. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1446 di Internazionale, a pagina 102. Compra questo numero | Abbonati