_Viaggio nella terra dei morti _è una strana e inquietante novella. Una donna di nome Natsuko torna in un albergo che frequentava da bambina con la madre e il fratello. Ora è con il marito disabile, che soffre di crisi epilettiche. Visitano una stazione termale e il salone dell’hotel, mangiano al ristorante, vanno al mare e fanno un pediluvio. Nel presente succede poco, ma il passato ritorna a Natsuko sotto forma di flashback. Questi ricordi formano la maggior parte del racconto, rendendo il presente meno reale e stabile. Natsuko sembra non avere il controllo della sua mente. Il passato – a cui si riferisce come a “quella vita”, in cui si verificano eventi spiacevoli e traumatici, tra cui molestie sessuali, abusi dalla famiglia e perdite – è descritto spesso come una massa d’acqua, e per tutto il tempo c’è la sensazione che lei stia annegando. Anche le parole della madre di Natsuko le “tornano indietro”, costringendola ad affrontarne l’infelicità, il sessismo e i pregiudizi nei confronti del genero. I “morti” del titolo sono i ricordi che perseguitano Natsuko. La scrittura di Kashimada è eccezionale. Questa novella oscura e soffocante fa parte di una tendenza in Giappone di autrici che riscrivono storie tradizionali attraverso una lente femminista.
Claire Kohda Hazelton, The Spectator
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Questo articolo è uscito sul numero 1446 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati