Dal 25 luglio 2021, il giorno in cui il presidente Kais Saied ha rimosso il governo e sospeso il parlamento, è cominciata la progressiva distruzione della democrazia tunisina, scrive il quotidiano panarabo Al Araby al Jadid, secondo cui “il paese è nelle mani del capo dello stato”. L’ultima mossa di Saied è stata sciogliere il consiglio superiore della magistratura per “risanare la giustizia” e licenziare i giudici corrotti che bloccano i processi, ha dichiarato il leader, che ha nominato un nuovo organo, formato da magistrati scelti da lui. Secondo Said Benarbia, direttore della sezione Nordafrica della Commissione internazionale dei giuristi, è “una grave violazione dello stato di diritto e del principio della separazione dei poteri”. Tutto questo, scrive Al Araby al Jadid, avviene sullo sfondo di “una retorica populista che incita all’odio e alla divisione, dichiarando guerra alla costituzione, alla politica, ai partiti, alle istituzioni e ai meccanismi democratici”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1448 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati