◆ Il Vesuvio è uno dei pochi vulcani attivi dell’Europa continentale. Si trova dodici chilometri a sudest di Napoli e fa parte dell’arco vulcanico campano, che comprende la caldera dei Campi Flegrei. Il Vesuvio è uno stratovulcano, cioè un vulcano formato dalla sovrapposizione di vari strati di lava solidificata, pomice e ceneri vulcaniche. In quest’immagine, scattata dal satellite Landsat 8 della Nasa, si vede spuntare tra le nuvole. La cresta adiacente alla parte nord del cono è un residuo della caldera crollata di un vulcano più antico, il monte Somma.
La città metropolitana di Napoli ha circa tre milioni di abitanti, 800mila dei quali vivono alle pendici del Vesuvio. Questo rende il vulcano, oggi attentamente monitorato, uno dei più pericolosi del pianeta. L’eruzione più famosa, nel 79 dC, distrusse le città di Pompei ed Ercolano, che furono sommerse da colate piroclastiche, cioè da nubi incandescenti di gas, cenere e roccia che precipitarono a valle a centinaia di chilometri all’ora. Il racconto di Plinio il Giovane, testimone oculare dell’evento, ha spinto i vulcanologi a coniare per questo fenomeno l’espressione “eruzione di tipo pliniano”.
Nel 1841 alle pendici del Vesuvio fu costruito il primo osservatorio vulcanologico del mondo. Negli ultimi 17mila anni il vulcano ha registrato otto grandi eruzioni. L’eruzione più recente, nel 1944, distrusse il villaggio di San Sebastiano.–Sara E. Pratt (Nasa)
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Questo articolo è uscito sul numero 1454 di Internazionale, a pagina 107. Compra questo numero | Abbonati