I lockdown decisi per Shanghai e altre città stanno aumentando la pressione sui trasporti e sul settore della logistica in Cina, aggravando le conseguenze negative della politica “zero covid”, le severe restrizioni volute dal governo per contenere e, se possibile, azzerare i contagi di covid-19. Le interruzioni hanno colpito in particolare i trasporti su gomma, che sono fondamentali per spostare le merci tra le città e verso alcuni dei porti più grandi del mondo. “È il settore che desta le preoccupazioni maggiori”, spiega Mads Ravn, vicepresidente esecutivo e responsabile del commercio aereo del colosso della logistica Dsv. A marzo, ha aggiunto, era quasi impossibile prenotare servizi di trasporto su gomma, mentre l’attività nell’aeroporto Pudong di Shanghai era ridotta al 3 per cento del livello normale, perché erano autorizzate solo le spedizioni di beni essenziali. “Tutto il resto viene dirottato verso zone differenti della Cina. Questa situazione ha conseguenze per ogni merce”, afferma Ravn.
La Cina sta affrontando la sua peggiore ondata di contagi dall’esplosione della pandemia. Il 7 aprile a Shanghai si sono registrati quasi ventimila nuovi casi, un record per la città. Alla fine di marzo la Maersk, una compagnia di trasporti danese, ha avvertito che le restrizioni avrebbero ridotto del 30 per cento i servizi di trasporto su gomma in entrata e in uscita da Shanghai. Da allora le misure, che inizialmente erano state pensate per dividere in due la città con un lockdown di nove giorni, sono sempre più rigide e invasive, inglobando di fatto l’intera metropoli.
Queste misure, che a Shanghai hanno provocato le proteste degli abitanti, alle prese con la carenza di prodotti alimentari mentre i droni sorvegliano le strade vuote, sono state applicate anche in altre aree della Cina per cercare di contenere la pandemia. Secondo la banca giapponese Nomura, nella prima settimana di aprile 23 città e quasi duecento milioni di persone erano sottoposte a lockdown totali o parziali. “Queste cifre potrebbero essere una stima al ribasso, perché molte altre città hanno avviato campagne per sottoporre al test del covid gli abitanti, quartiere per quartiere, e la mobilità è stata significativamente ridotta in gran parte del paese”, sottolinea Ting Lu, capo economista per la Cina della Nomura. Bo Zhuang, un analista del fondo di gestione patrimoniale Loomis Sayles, dice: “Molti svincoli autostradali tra le province sono bloccati e non c’è stato uno sforzo coordinato tra i vari governi provinciali per alleviare la crisi delle forniture”. I corrieri nelle province orientali di Anhui e Jiangsu, vicine a Shanghai, hanno riferito al Financial Times che non è stato possibile consegnare i pacchi in nessuna delle aree in cui si erano registrati casi positivi, compresa Shanghai. Gli ordini sul noto sito di commercio online Taobao hanno subìto gravi ritardi a causa dei lockdown.
Spedizioni oceaniche
Gli analisti ritengono che qualsiasi collo di bottiglia logistico in Cina produrrà effetti negativi anche sulle spedizioni oceaniche, a causa dell’accumulo di merci e ordini inevasi, e che i costi emergeranno quando le misure saranno allentate. “A quel punto assisteremo a una storia già vista tante volte”, dice Lars Jensen, amministratore delegato della società di spedizioni via mare Vespucci Maritime. “Ci sarà un aumento dei volumi e una pressione verso l’alto sulle quotazioni”.
Alcuni dati diffusi il 6 aprile segnalavano già gli effetti dell’irrigidimento dei controlli: a marzo, per esempio, l’indice cinese che sonda le intenzioni dei responsabili degli acquisti nel settore dei servizi ha evidenziato la peggiore contrazione tra un mese e l’altro dall’inizio del 2020.
◆ L’11 aprile 2022 le autorità di Shanghai hanno deciso di ridurre le restrizioni nei quartieri della città che non registrano nuovi contagi da almeno due settimane. Gli abitanti potranno svolgere alcune “attività appropriate”, ma non uscire dal quartiere. Alcuni centri intorno a Shanghai, inoltre, metteranno a disposizione sessantamila stanze per la quarantena delle persone entrate in contatto con cittadini contagiati. I centri della metropoli non riescono ormai a soddisfare le richieste, e molti abitanti sono costretti a trovare riparo in condizioni precarie.
◆ Le restrizioni decise per contrastare il covid-19 hanno messo in difficoltà anche il settore agricolo, aggravando la carenza di fertilizzanti, manodopera e sementi di cui il settore soffriva già. Il problema è ancora più urgente se si considera che le aree rurali si stanno preparando alla stagione della semina. Secondo i dati ufficiali, un terzo dei coltivatori delle province nordorientali di Jilin, Liaoning e Heilongjiang è rimasto a corto di personale e mezzi dopo che le autorità hanno isolato alcuni villaggi. Queste tre province contribuiscono a più del 20 per cento della produzione di cereali cinese. Un calo della produzione di cereali seminati in primavera, come il riso o il mais, potrebbe compromettere gli sforzi del governo di Pechino per assicurare l’autosufficienza alimentare, costringendo il paese ad aumentare le importazioni. Questo, in teoria, farebbe salire ulteriormente i prezzi dei prodotti alimentari. I coltivatori e i dirigenti delle aziende agricole si sono lamentati delle misure troppo severe, come il blocco dei trasporti e la chiusura di aziende. Financial Times, The Guardian
Non ci sono prove di code anomale delle navi a lunga percorrenza all’esterno del porto di Shanghai. Secondo le autorità, la struttura è gestita con un sistema a “circuito chiuso”, in base al quale ai lavoratori è impedito di lasciare il porto alla fine del turno. Tuttavia i volumi di merci nel porto tracciati dalla società di raccolta dati sulle filiere FourKites sono crollati di un terzo dal 12 marzo, perché gli importatori e gli esportatori hanno cominciato a deviare i carichi. Secondo il quotidiano di stato China Daily, le merci sono inviate in misura sempre maggiore via mare a Shanghai, perché molte città vicine impediscono l’ingresso ai camion. Alla fine di marzo la Maersk ha dichiarato che avrebbe fornito servizi “su chiatta o su rotaia come alternativa per il trasporto tra Shanghai e le città vicine”. Tuttavia secondo Bo, della Loomis Sayles, è solo una “soluzione temporanea”, perché con la diffusione del virus in altre città e province anche i canali alternativi probabilmente saranno bloccati dai lockdown. ◆ gim
Gli autori di questo articolo sono: Thomas Hale, Gloria Li, Harry Dempsey ed Eleanor Olcott
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Questo articolo è uscito sul numero 1456 di Internazionale, a pagina 100. Compra questo numero | Abbonati