Alla fine del film di Downton Abbey sembrava che la serie fosse arrivata alla fine. E invece no. La creatura di Julian Fellowes è balzata in piedi dal letto di morte per un nuovo giro di charleston. E devo ammettere – come qualcuno che si aggira con in mano un pacchetto di patatine vuoto, che dieci minuti prima era pieno – che l’ho trovato divertente, più sciocco, sdolcinato e snob che mai. Siamo lontani anni luce da Gosford park, il film di Robert Altman scritto da Fellowes, da cui però sono state sfacciatamente riciclate alcune idee sulla sottotrama che include Hollywood. E c’è un altro prestito (ancora più sfacciato) da Cantando sotto la pioggia. Tutto questo metterà a dura prova la pazienza dei non appassionati. La vecchia magione ha bisogno di una sistemata al tetto e il modo più facile per rimediare denaro è accettare l’offerta della gente del kinema (come lo chiama il conte di Grantham). Nel frattempo si scopre che lady Violet ha ereditato una tenuta nel sud della Francia e una parte della famiglia va in Costa Azzurra per vedere di cosa si tratta. Tutto quello che succede è allegramente ridicolo, ma piacevole. Ora però speriamo proprio che sia finita.
Peter Bradshaw, The Guardian
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Questo articolo è uscito sul numero 1458 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati