Il nuovo film di Cronenberg è un’esibizione di atrocità in stile ballardiano ambientata in un futuro inquietante, in cui il corpo delle persone cambia facendo pensare a una fase evolutiva post-umana. I progressi nel campo medico e analgesico hanno ridotto le sensazioni fisiche al punto che il dolore è un ricordo del passato (e oggetto di nuove perversioni), come il piacere, il disgusto, la paura. Fanno capolino anche delle mutazioni, di cui però non è chiara la funzione. L’artista Saul (Viggo Mortensen) sviluppa nuovi organi in quantità e la fidanzata ex chirurga Caprice (Léa Seydoux) lo aiuta a coltivarli e a usarli per delle performance. L’intrigo coinvolge le autorità che devono monitorare le mutazioni e gli edonisti per cui “la chirurgia è il nuovo sesso”, come sussurra la nervosa Timlin (Kristen Stewart) a Caprice. Crimes of the futures si può vedere come una commedia nera, ma forse interpretarlo in questo modo è scorretto: ridere è “vecchio sesso”. Il punto forse è che qui siamo oltre categorie come serio e divertente, o anche come disgustoso e sexy. In ogni caso quello su cui c’invita Cronenberg è un pianeta straordinario e il regista insiste perché ci togliamo il casco prima di essere sicuri che l’atmosfera sia respirabile.
Peter Bradshaw, The Guardian
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Questo articolo è uscito sul numero 1462 di Internazionale, a pagina 91. Compra questo numero | Abbonati