Ad aprile le autorità di Singapore avevano annunciato con enfasi il ritiro di gran parte delle restrizioni introdotte per limitare la diffusione del covid-19, tra cui il divieto di viaggiare e la chiusura dei locali notturni, scrive il Financial Times. Adesso alcune organizzazioni per i diritti umani denunciano che la libertà è rimasta un miraggio per gli abitanti più poveri della città stato asiatica: i lavoratori immigrati. “Solo un decimo dei 280mila stranieri che vivono nei centri d’accoglienza ha il permesso di spostarsi fuori dalle strutture quando non lavora. Comunque può farlo solo alle condizioni dettate dalle autorità (per esempio, per massimo otto ore). Nei fine settimana la quota di stranieri con libertà di movimento raddoppia.
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Questo articolo è uscito sul numero 1464 di Internazionale, a pagina 114. Compra questo numero | Abbonati