Dopo appena sei mesi in carica, la coalizione di governo liberal-socialista guidata dal primo ministro Kiril Petkov (nella foto) è stata sfiduciata dal parlamento il 22 giugno 2022. La crisi era stata innescata dall’uscita dalla maggioranza dei populisti del partito Itn. Secondo Politico il rischio è che, dopo aver preso una posizione molto dura con Mosca sul conflitto ucraino, Sofia torni nell’orbita russa. “Adesso ricomincerà il balletto di elezioni e governi provvisori”, scrive Dnevnik. “Non sarà facile trovare una formula per governare. E il tutto sullo sfondo della peggiore inflazione degli ultimi vent’anni, con le previsioni di crescita riviste al ribasso e le finanze pubbliche nei guai”. Intanto, però, il parlamento ha fatto un passo avanti verso la normalizzazione dei rapporti con la Macedonia del Nord, questione molto sentita nel paese ed essenziale per la stabilità nei Balcani: il 24 giugno ha approvato una mozione, presentata dal partito di Petkov, per eliminare il veto bulgaro sull’adesione di Skopje all’Unione europea. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1467 di Internazionale, a pagina 25. Compra questo numero | Abbonati