Non c’è niente di bidimensionale nel dolore; non puoi catturare la tristezza con una playlist, anche se molti ci hanno provato. E in molte di queste playlist troverete sicuramente Soccer Mommy. Sophie Allison è esplosa a soli vent’anni con il suo bel debutto, Clean. Ha composto canzoni intelligenti sugli amori finiti male e la depressione. Eppure la sua scrittura asciutta non riusciva a illustrare completamente l’oscurità che ribolliva dentro di lei. Ora Soccer Mommy ha pubblicato il suo terzo album, Sometimes, forever, prodotto per la prima volta dall’innovatore elettronico Oneohtrix Point Never, al secolo Daniel Lopatin. Stavolta la cantautrice si addentra ulteriormente nell’ombra, nel masochismo e nella morbosità e la scrittura delle canzoni e la produzione di Lopatin riescono a catturare tutte le sue complessità. Diversi pezzi sono perseguitati dall’elettronica inquietante di Oneohtrix Point Never: Unholy affliction è barcollante, mentre in Darkness forever dei sintetizzatori minacciosi creano l’atmosfera più inquietante dell’intero album. Eppure questo è anche il disco con il suono più grandioso di Soccer Mommy, e le melodie pop di Allison – da sempre la sua più grande forza – trovano il loro momento migliore nei ritornelli di Shotgun e With U. Che si tratti di esorcizzare i demoni o di stringergli la mano, Soccer Mommy continua a esplorare la sua scrittura in modo sempre più approfondito.
Mia Hughes, Nme
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Questo articolo è uscito sul numero 1467 di Internazionale, a pagina 102. Compra questo numero | Abbonati