Il 12 luglio le autorità della provincia cinese dello Henan, nella zona centrorientale del paese, hanno annunciato che sbloccheranno i risparmi congelati presso quattro piccole banche locali (New Oriental Country Bank of Kaifeng, Zhecheng Huanghuai Community Bank, Shangcai Huimin County Bank e Yuzhou Xin Min Sheng Village Bank), scrive la Bbc. La notizia è arrivata dopo l’esplosione di violente proteste nel capoluogo Zhengzhou. I manifestanti sostenevano che ad aprile gli istituti di credito avevano bloccato i loro risparmi, per un totale di 39 miliardi di yuan (circa 5,8 miliardi di euro), con la scusa di un aggiornamento del sistema informatico, ma in seguito non avevano più ricevuto altre comunicazioni. Anzi, quando i clienti delle banche hanno cominciato a riunirsi a Zhengzhou per chiedere i loro soldi, si sono ritrovati il codice dell’app sanitaria cambiato senza motivo in modalità quarantena, in modo che non potessero più uscire di casa. La vera causa dei fondi congelati è che gli istituti sono finiti sotto inchiesta. A giugno l’autorità statale cinese che controlla il settore bancario e quello assicurativo aveva reso noto che il principale azionista delle quattro banche, l’azienda Henan Xincaifu Group, era indagata per alcuni reati finanziari. Avrebbe sottratto i risparmi dei clienti convogliandoli verso siti bancari online che promettevano investimenti con interessi elevati, che si sono poi rivelati fittizi. Secondo gli inquirenti, la truffa era in corso dal 2011. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1469 di Internazionale, a pagina 116. Compra questo numero | Abbonati