Il governo messicano ha schierato migliaia di soldati in alcune città al confine con gli Stati Uniti per fronteggiare l’ondata di violenza causata dai cartelli della droga. “Il 12 agosto a Tijuana, nella Baja California, nel nordovest del paese, è scoppiata una serie di incendi dolosi che hanno causato il blocco delle strade”, scrive Milenio. Nello stesso giorno a Ciudad Juárez, nello stato di Chihuahua, i cartelli della droga hanno ucciso almeno nove persone. Secondo il governo del presidente Andrés Manuel López Obrador, i principali responsabili delle violenze sono gli affiliati del cartello di Jalisco Nueva Generación, che negli ultimi mesi si è scontrato con altre organizzazioni per il potere e il controllo del territorio. La polizia ha detto di aver arrestato almeno 17 persone. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1474 di Internazionale, a pagina 36. Compra questo numero | Abbonati