La carriera di Kaitlyn Aurelia Smith riflette un paradosso: più lei consolida il suo ruolo di artista chiave nell’evoluzione dell’ambient, più la sua musica diventa una creatura indescrivibile. Smith ha cominciato a creare paesaggi sonori rilassanti in dischi come Euclid e Ears, nel quale ha collaborato con la leggendaria Suzanne Ciani. Ma negli ultimi anni ha esplorato territori più vari. Il suo ultimo lavoro, Let’s turn it into sound, potrebbe essere la sua deviazione più drastica di sempre. Registrato in tre mesi nel suo studio di casa, esprime una complessità emotiva che sottolinea questo complicato momento sociopolitico. Ha alcuni momenti leggeri, ma è più adatto a un club che alla meditazione. Smith è cresciuta a Orcas Island, un’isola remota nel Pacifico nordoccidentale. La sua nuova base a Los Angeles sembra dare forma a Let’s turn it into sound. Queste composizioni moderniste infatti evocano più i centri commerciali e gli incendi boschivi della California meridionale che la nebbia, i pini e le acque grigio-blu che circondavano Smith quando era giovanee. Let’s turn it into sound è una dimostrazione di abilità musicale impressionante.
Ted Davis, Bandcamp Daily

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Questo articolo è uscito sul numero 1475 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati