In Tunisia c’è penuria di zucchero, burro, carburanti, acqua minerale, e presto scarseggeranno anche latte e pane. Per questo, spiega Al Araby al Jadid, il clima nel paese è sempre più teso e le proteste notturne agitano alcuni centri urbani e quartieri popolari intorno alla capitale Tunisi. In alcuni ambienti intellettuali e politici si è diffusa la convinzione che le condizioni economiche e sociali siano peggiorate dopo che il presidente Kais Saied ha concentrato tutti i poteri su di sé. “L’autunno della rabbia sta arrivando in Tunisia”, commenta il giornale. Il 10 agosto l’agenzia tunisina Tap ha fatto sapere che almeno dodici persone hanno perso la vita in un naufragio avvenuto pochi giorni prima al largo di Mahdia. Negli stessi giorni le autorità tunisine avevano intercettato altre imbarcazioni con a bordo circa cinquecento migranti.

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Questo articolo è uscito sul numero 1478 di Internazionale, a pagina 39. Compra questo numero | Abbonati