Lo scandalo dello spionaggio politico in Grecia continua ad allargarsi, scrive Politico. Ad agosto il premier conservatore Kyriakos Mitsotakis aveva ammesso che il telefono di Nikos Androulakis, presidente del Partito socialista (Pasok), era stato intercettato per “motivi di sicurezza nazionale”. In seguito è emerso che anche i telefoni di altri esponenti dell’opposizione e di alcuni giornalisti erano stati infettati con un software di sorveglianza. Mitsotakis ha licenziato alcuni funzionari, ma ha rifiutato di dimettersi e vuole arrivare al termine della legislatura, previsto nel 2023. Il suo partito Nuova democrazia è ancora in testa ai sondaggi, ma lo scandalo ha complicato la possibilità di una grande coalizione con il Pasok, che sembrava l’esito più probabile delle elezioni.
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Questo articolo è uscito sul numero 1478 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati