Nur-Sultan, giugno 2022 (Ap/Lapresse)

Il 1 settembre il presidente del Kazakistan Kassym-Jomart Tokayev (nella foto) ha annunciato elezioni anticipate in autunno, 18 mesi prima del previsto, preparando il terreno per un voto che potrebbe tenerlo al potere almeno fino alla fine del decennio. Tokayev, che nel giugno 2019 è succeduto a Nursultan Nazarbayev, per trent’anni lea­der di un governo autoritario nell’ex repubblica sovietica dell’Asia centrale, ha proposto in diretta tv una modifica del mandato presidenziale, che passerebbe da cinque a sette anni, senza possibilità di rielezione. Nella prima metà del 2023, con tre anni di anticipo, i cittadini saranno chiamati a votare anche per il parlamento. Gli elettori, però, non sanno che tipo di alternative gli saranno proposte, scrive Eurasianet. Decenni di repressione hanno ridotto la scena politica a uno spazio desolato senza figure d’opposizione forti. E finora nessuna nuova forza politica si è registrata per partecipare alla corsa elettorale. Per il momento ci sono solo il partito Amanat (al governo), e una manciata di partiti fedeli all’esecutivo. Tokayev vuole far passare le elezioni come un modo per azzerare la politica del suo predecessore, una svolta necessaria dopo che le rivolte di gennaio contro il rincaro del carburante e contro Nazarbayev, ancora molto potente, sono state represse nel sangue. “La democrazia e il pluralismo non sono il programma di Tokayev”, dice Sofya du Boulay, analista politica di Almaty. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1478 di Internazionale, a pagina 42. Compra questo numero | Abbonati