Arrivato dopo il debutto Future me hates me, grezzo ed energico, del 2018, il secondo album dei neozelandesi Beths, Jump rope gazers, era più calmo, introspettivo e malinconico. I testi di questo disco del 2020 erano onesti e raccontavano la frenesia della vita in tour e il desiderio di tornare a casa per un po’ di normalità. Il nuovo Expert in a dying field si posiziona tra questi due lavori, combinando potenza e sentimento. Tutte le canzoni esaminano la fine di diverse relazioni, sia platoniche sia romantiche, con tutto il miscuglio emotivo che si porta dietro. La canzone che apre l’album e gli dà il titolo rende bene l’idea di quello che succede quando si rompe con qualcuno: “L’amore s’impara nel tempo, finché non diventi un esperto in una materia moribonda”. Dal lato sonoro, la band neozelandese torna su armonie vocali basate sul botta e risposta. I riff di chitarra sono espressivi, specialmente in A passing rain. Tuttavia il disco rallenta un po’ nella seconda metà, dove sembra colpire meno nel segno. Forse queste canzoni daranno il meglio di sé dal vivo. I Beths funzionano quando restano spontanei e stavolta hanno comunque il merito di aver fatto un album in grado di raccontare amori perduti e richieste di aiuto senza sconfinare nella stucchevolezza. Pochi dischi ci riescono.
Alex Nguyen, Under The Radar
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1479 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati