I

Bossoli e boccioli non mancano mai da questa terra

Può darsi che adesso sulla strada di Heskif

Il proiettile di un soldato turco

Si innamori del mio cuore selvaggio

Che un fremito d’amore drizzi il fucile

Il mio corpo baci ancora la terra

E chissà se qualche parola curda

Si chiuderà in lutto per me.

II

Tu, amore blu,

Non fare tardi

Non voglio niente di che

Solo che mi cada fra le mani una stella accesa

E come farfalla nuova

Come coccinella tatuata

Sulle sue dita di cera sottili

Mi porti in volo verso le storie di Heskif.

Fatma Savci è una poeta, giornalista e insegnante curda nata nel 1974 in un villaggio vicino a Nusaybin, in Turchia. Entrata giovanissima nel movimento armato di liberazione del Kurdistan, è stata arrestata nel 1992 e ha trascorso quindici anni in carcere, dove ha cominciato a scrivere. Oggi vive in esilio in Svezia. Questo testo è tratto dalla raccolta Bîra birîne (“Memoria della ferita”, Avesta 2010). Traduzione dal curdo di Francesco Marilungo.

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Questo articolo è uscito sul numero 1479 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati