Il 5 ottobre decine di migliaia di persone hanno manifestato a Budapest ( nella foto ) per chiedere stipendi più alti per gli insegnanti, un sistema scolastico più equo e la reintegrazione dei docenti licenziati nei mesi scorsi per aver protestato contro il governo nazionalista e sovranista di Viktor Orbán. Dopo aver formato una catena umana di diversi chilometri, i dimostranti, tra cui molti studenti, si sono radunati davanti al parlamento. La mobilitazione segue le azioni di disobbedienza civile in cui centinaia di docenti avevano organizzato scioperi di due ore contro la decisione del governo di tagliare i fondi all’istruzione e rendere più facile il licenziamento degli insegnanti, misura approvata durante l’emergenza della pandemia. “L’attuale protesta è più partecipata rispetto a quelle d’inizio anno”, scrive Magyar Narancs. “E ricorda le mobilitazioni del 2015-2016. Ma bisogna vedere se riuscirà a coinvolgere le massa critica necessaria per far cambiare idea al governo”.
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Questo articolo è uscito sul numero 1482 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati